Conflitto fra mediazione e negoziazione assistita

Lorenzo Balestra
11 Luglio 2025

Nel caso in cui una controversia rientri nel campo di applicazione della mediazione e della negoziazione assistita quale condizione di procedibilità, si devono esperire entrambe o prevale una di esse?

Si può verificare il caso in cui, soprattutto a seguito delle innumerevoli modifiche legislative intervenute, l'oggetto della domanda giudiziale sconti il preventivo esperimento di uno dei mezzi alternativi di risoluzione delle controversie (tali mezzi vengono indicati con l'acronimo ADR: alternative dispute resolution).

La questione del rapporto tra mediazione e negoziazione assistita, infatti, quando entrambe siano previste come condizioni di procedibilità, rappresenta uno dei nodi più delicati del sistema delle ADR nel nostro ordinamento.

Il quadro normativo di riferimento è costituito dall'art. 5 del d.lgs. n. 28/2010, che disciplina la mediazione obbligatoria, e dall'art. 3 del d.l. n. 132/2014, convertito con modificazioni dalla legge n. 162/2014, che regola la negoziazione assistita obbligatoria.

Il legislatore, consapevole del problema ha risolto positivamente la questione stabilendo il principio di prevalenza della mediazione sulla negoziazione assistita.

Il fondamento normativo si trova nell'art. 3, comma 1, del d.l. n. 132/2014, che così dispone: “Chi intende esercitare in giudizio un'azione relativa a una controversia in materia di risarcimento del danno da circolazione di veicoli e natanti deve, tramite il suo avvocato, invitare l'altra parte a stipulare una convenzione di negoziazione assistita. Allo stesso modo deve procedere, fuori dei casi previsti dal periodo precedente e dall'art. 5, comma 1-bis, del d.lgs. n. 28/2010, chi intende proporre in giudizio una domanda di pagamento a qualsiasi titolo di somme non eccedenti cinquantamila euro. L'esperimento del procedimento di negoziazione assistita è condizione di procedibilità della domanda giudiziale.”

Nonché al comma 5 del medesimo articolo che così dispone: “Restano ferme le disposizioni che prevedono speciali procedimenti obbligatori di conciliazione e mediazione, comunque denominati. Il termine di cui ai commi 1 e 2, per materie soggette ad altri termini di procedibilità, decorre unitamente ai medesimi.”

Su questo principio, poi, la giurisprudenza ha avuto modo di affermare che l'esperimento del tentativo di mediazione, anche quando non obbligatorio ex art. 5 d.lgs. n. 28/2010, tiene luogo della negoziazione assistita nei casi in cui quest'ultima sia prevista come obbligatoria dall'art. 3 d.l. n. 132/2014 (Tribunale di Sciacca,  23 aprile 2024, n. 232 il quale ha avuto modo di precisare che la prevalenza della mediazione opera anche quando questa sia demandata dal giudice ai sensi dell'art. 5-quater del d.lgs. n. 28/2010 che assume carattere di obbligatorietà al pari di quella ex art. 5 comma 1-bis d.lgs. n. 28/2010, in virtù del principio ubi eadem ratio ibi eadem dispositio).

Il Tribunale di Prato, 29 aprile 2024, n. 343, ha ulteriormente chiarito che "tutte le volte in cui la controversia sia tanto tra quelle indicate dal d.l. n. 132/2014 quanto tra quelle elencate nell'art. 5, comma 1-bis, del d.lgs. n. 28/2010, chi intenda agire in giudizio sarà tenuto a proporre solo la domanda di mediazione, perdendo così la negoziazione il carattere dell'obbligatorietà".

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