Incentivo all’autoimprenditorialità e svolgimento sporadico di attività di lavoro subordinato

01 Luglio 2025

Il lavoratore che abbia ottenuto la liquidazione in unica soluzione dell’incentivo all’autoimprenditorialità è tenuto a restituire l’intero importo ricevuto se svolge sporadicamente attività di lavoro subordinato (lavoro intermittente)?

La normativa introdotta con il d.lgs. n. 22/2015 distingue l'indennità mensile di disoccupazione (NaSpI), avente la funzione di fornire una tutela di sostegno al reddito ai lavoratori con rapporto di lavoro subordinato che abbiano perduto involontariamente la propria occupazione (art. 1), dall'incentivo all'autoimprenditorialità (art. 8), avente ad oggetto la liquidazione anticipata in unica soluzione dell'importo complessivo del trattamento che spetterebbe al lavoratore avente diritto alla corresponsione della NASpI, a titolo di incentivo all'avvio di una attività lavorativa autonoma o di impresa individuale. Si tratta, dunque, di una sorta di "finanziamento di scopo", la cui finalità incentivante viene meno nel caso di rioccupazione, anche temporanea, del beneficiario. Infatti, come previsto dall'art. 8, comma 4, d.lgs. 22/2015, il lavoratore è tenuto a restituire l'intera anticipazione ottenuta qualora instauri un rapporto di lavoro subordinato (qualunque ne sia la forma) prima della scadenza del periodo per cui è riconosciuta la liquidazione anticipate dalla NASpI. Tuttavia, tenuto conto degli interventi della Corte Costituzionale (Corte cost. sent. n. 194/2021, Corte cost. n. 38/2024, e Corte cost. n.90/2024), può essere adottata una soluzione diversa, considerato che la previsione della integrale restituzione assolve anche alla finalità di contrasto del possibile abuso da parte di chi chieda il benefico senza poi intraprendere l'attività autonoma o di impresa. Per evitare che il rigore eccessivo si traduca in intrinseca irragionevolezza e mancanza di proporzionalità, è stato quindi ritenuto ragionevole riparametrare l'obbligo restitutorio in ragione della durata del rapporto e del fatto sopravvenuto non imputabile al lavoratore che abbia comportato l'impossibilità o l'oggettiva insuperabile difficoltà di continuare l'attività autonoma o d'impresa. È stata quindi dichiarata l'illegittimità costituzionale dell'art. 8 prefato nella parte in cui non limita l'obbligo restitutorio dell'anticipazione della NASpI nella misura corrispondente alla durata del periodo di lavoro subordinato, quando il lavoratore non possa proseguire, per causa sopravvenuta a lui non imputabile, l'attività di impresa per la quale l'anticipazione gli era stata erogata. Pertanto, è necessario valutare caso per caso la possibilità di ridurre il quantum da restituire, tenuto conto del tempo in cui l'obbligato ha svolto attività di lavoro subordinato, nonché delle eventuali circostante che rendano in concreto impossibile od oggettivamente difficile proseguire l'attività autonoma o di impresa. (Cfr.: Cass., sez. lav., 31 marzo 2025, n. 8422).

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