Maggio 2025: ricorso ex art. 8 della Legge Gelli Bianco, responsabilità contrattuale da omissione, obblighi dell'esercente attività pericolosa

La Redazione
09 Giugno 2025

Nel mese di maggio, la Cassazione tra le varie tematiche si è occupata di: competenza del ricorso per la responsabilità del personale sanitario ex art. 8 l. 24/2017, limiti all'accesso agli atti raccolti dalla compagnia assicurativa a seguito di sinistro stradale, responsabilità contrattuale da condotta omissiva e degli obblighi di informazione del produttore e venditore di tabacco

Responsabilità professionale del personale sanitario: competenza del ricorso ex art. 8, Legge Gelli Bianco

Cass. civ., sez. III, 5 maggio 2025, n. 11804

In relazione al giudizio di cui all'art. 8, l. n. 24/2017, in ordine alla responsabilità professionale del personale sanitario, la "retroazione" degli effetti non solo sostanziali ma anche processuali della domanda giudiziale ex art. 281-undecies c.p.c. al deposito del ricorso ex art. 696-bis c.p.c.impone di individuare il momento determinativo della competenza in quello della proposizione dell'istanza di accertamento tecnico preventivo conciliativo, non assumendo rilievo i mutamenti successivi della legge o dello stato di fatto anche processuale.

Accesso agli atti detenuti dalla compagnia assicurativa nei sinistri stradali

 Cass. civ., sez. III, 12 maggio 2025, n. 12605

Il diritto di accesso di cui agli artt. 146 cod. ass. e 2 D.M. n.191/2008 va limitato a tutti gli atti - che la compagnia di assicurazione abbia già esperito ed abbia ritenuto necessari e sufficienti esperire al fine di offrire ovvero di denegare, in sede stragiudiziale, l'indennizzo - e che dunque siano già in possesso dell'assicurazione e già contenuti nel fascicolo del sinistro, senza che la compagnia assicurativa debba essere ritenuta obbligata né ad eseguire nuove perizie ed accertamenti tecnici né ad acquisire ulteriore documentazione nei confronti di soggetti terzi.

Deroghe al principio generale di immodificabilità della domanda di risarcimento danni

Cass. civ., sez. II, 13 maggio 2025, n. 12680

In tema di risarcimento dei danni, il principio generale della immodificabilità della domanda originariamente proposta è derogabile soltanto nel caso di riduzione della domanda, nel caso di danni incrementali (quando il danno originariamente dedotto in giudizio si sia ulteriormente incrementato nel corso dello stesso, ferma l'identità del fatto generatore) e nel caso di fatti sopravvenuti, quando l'attore deduca che, dopo il maturare delle preclusioni, si siano verificati ulteriori danni, anche di natura diversa da quelli descritti con l'atto introduttivo

Quando si configura la responsabilità da contatto sociale

Cass. civ., sez. I, 14 maggio 2025, n. 12956

La cosiddetta responsabilità da contatto sociale, soggetta alle regole della responsabilità contrattuale pur in assenza d'un vincolo negoziale tra danneggiante e danneggiato, è configurabile non in ogni ipotesi in cui taluno, nell'osservare una condotta, rechi nocumento a terzi, come conseguenza riflessa dell'attività così espletata, ma soltanto quando il danno sia derivato dalla violazione di una precisa regola di condotta, imposta dalla legge allo specifico fine di tutelare i terzi potenzialmente esposti ai rischi dell'attività svolta dal danneggiante, tanto più ove il fondamento normativo della responsabilità si individui nel riferimento dell'art. 1173 c.c. agli altri atti o fatti idonei a produrre obbligazioni in conformità dell'ordinamento giuridico.

Le Sezioni Unite si esprimono sul rapporto tra notizia “inesatta” e diffamazione

Cass. civ., sez. un., 18 maggio 2025, n. 13200

Con riguardo alla diffamazione a mezzo stampa, l'esimente del diritto di cronaca giudiziaria, qualora la notizia sia mutuata da un provvedimento giudiziario, non è configurabile ove si attribuisca ad un soggetto, direttamente o indirettamente, la falsa posizione di imputato, anziché di indagato, salvo che il giudice del merito accerti che il contesto della pubblicazione sia tale da mutare, in modo affatto chiaro ed inequivoco, il significato di quegli addebiti altrimenti diffamatori.

Giudizio prognostico nella responsabilità contrattuale da condotta omissiva

Cass. civ., sez. III, 20 maggio 2025, n. 13417

In tema di responsabilità da facere professionale per omesso svolgimento di un'attività da cui sarebbe potuto derivare un vantaggio personale o patrimoniale per il cliente, la regola della preponderanza dell'evidenza o del "più probabile che non" si applica non solo all'accertamento del nesso di causalità fra l'omissione e l'evento di danno, ma anche all'accertamento del nesso tra quest'ultimo, quale elemento costitutivo della fattispecie, e le conseguenze dannose risarcibili, atteso che, trattandosi di evento non verificatosi proprio a causa dell'omissione, lo stesso può essere indagato solo mediante un giudizio prognostico sull'esito che avrebbe potuto avere l'attività professionale omessa.

Tabacco: rilevanza della conoscenza effettiva dei rischi specifici e doveri di informazione

Cass. civ., sez. III, 23 maggio 2025, n. 13844

Solamente a fronte della conoscenza o della effettiva conoscibilità dei rischi specifici connaturati alla pratica del fumo, può configurarsi un concorso di colpa del consumatore fumatore. L'esercente l'attività pericolosa è tenuto ad adottare, in relazione al contesto di riferimento, misure precauzionali anche al di là di quelle strettamente imposte dalla legge, anche e soprattutto sul piano dell'informazione, al fine di evitare il rischio d'impresa derivante dall'immissione sul mercato di un prodotto ontologicamente dannoso senza specifiche informazioni in ordine al tipo di danni alla salute (conducenti, come nella specie, addirittura alla morte) cui il consumatore risulta esposto, e il relativo consumo inconsapevole da parte del fumatore. Consumo inconsapevole dei rischi specifici cui rimane esposto in ragione dell'immissione in commercio delle sigarette, invero deponente per l'esclusione che la condotta del consumatore possa considerarsi improntata ad effettiva libertà di determinazione al riguardo e come tale possa pertanto assurgere a causa prossima di rilievo nella determinazione dell'evento dannoso.

Legittimazione del danneggiato ad impugnare in caso di liquidazione sulla base di tabelle “a forbice” e non “a punti”

Cass. civ., sez. III, 29 maggio 2025, n. 14285

In tema di risarcimento del danno non patrimoniale da perdita del rapporto parentalequando, all'esito del giudizio di merito, l'ammontare del danno sia stato liquidato utilizzando tabelle "a forbice", il danneggiato è legittimato a proporre impugnazione per ottenere la liquidazione di un importo risarcitorio maggiore in forza di tabelle "a punti", adottate nelle more del giudizio di appello, purché deduca, con specifico motivo di gravame, la differenza tra i valori minimi o massimi tra le tabelle e alleghi che l'applicazione dei nuovi valori-punto nel minimo comporterebbe, per ciò stesso, un risultato più favorevole della liquidazione del danno attribuitagli con la sentenza impugnata. (Nel caso di specie, la Corte d'appello non aveva specificato a quale anno si riferissero le Tabelle di Milano che aveva ritenuto di applicare e aveva utilizzato tabelle “a forbice”, per cui la Suprema Corte aveva accolto l'impugnazione del danneggiato che lamentava la mancata corresponsione di un importo risarcitorio maggiore).  

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