Il disconoscimento della scrittura privata da parte della persona giuridica o dell’ente pubblico parte del giudizio

26 Maggio 2025

Come funziona il disconoscimento di una scrittura privata prodotta in giudizio (nel caso di specie, un telefax) da parte di un ente pubblico e quali sono le incombenze in capo alla controparte che voglia far valere in giudizio tale scrittura?

Massima

Il disconoscimento della scrittura privata e, correlativamente, l'eventuale riconoscimento tacito ai sensi dell'art. 215 c.p.c. presuppongono che il documento prodotto contro una parte provenga dalla stessa, ovvero da un soggetto che la rappresenti, in quanto munito di procura, ovvero, trattandosi di persona giuridica (ma potendosi ritenere la conclusione valida anche per un ente pubblico), in ragione del rapporto organico in base al quale può impegnare la responsabilità dell'ente, senza che – quanto al disconoscimento – allo stesso debba prestare adesione o conferma il soggetto persona fisica che nello stesso si immedesima quale suo organo.

Il caso

La Alfa S.r.l. otteneva dal Tribunale di Roma un decreto ingiuntivo in relazione all'organizzazione del concerto di un gruppo musicale fatto svolgere nel e in favore del Comune di Pontecagnano Faiano, sulla base di un telefax asseritamente firmato in data 5 luglio 2012 dal sindaco pro tempore del citato Comune. Avverso il predetto decreto ingiuntivo interponeva opposizione il Comune di Pontecagnano Faiano. L'opposizione era rigettata in primo grado, ma accolta in appello , con revoca del decreto ingiuntivo opposto. Rilevava, in particolare, la Corte d'Appello che il telefax del 5 luglio 2012, su cui si basava la prova del credito, era stato validamente disconosciuto dall'organo preposto all'espressione della volontà dell'ente pubblico e di esso non poteva, pertanto, tenersi conto a fini di decisione, in mancanza di istanza di verificazione della controparte. Contro la sentenza della Corte d'Appello proponeva ricorso per Cassazione la Alfa srl, eccependo, per quanto qui rileva, la violazione e falsa applicazione degli artt. 2712 c.c., 215, comma 2 c.p.c., artt. 1375 e 1175 c.c., per avere il giudice del gravame omesso di valutare l'illegittimità del disconoscimento della sottoscrizione del telefax del 5 luglio 2012, non formalizzato in modo chiaro, circostanziato ed esplicito, con conseguente configurabilità di un riconoscimento tacito della scrittura.

La questione

Come funziona il disconoscimento di una scrittura privata prodotta in giudizio (nel caso di specie, un telefax) da parte di un ente pubblico e quali sono le incombenze in capo alla controparte che voglia far valere in giudizio tale scrittura?

Le soluzioni giuridiche

La Suprema Corte, richiamando un proprio precedente arresto (Cass. civ., sez. III, 19 luglio 2004, n. 13357), riteneva corretto il percorso argomentativo seguito dalla Corte d'Appello nella sentenza impugnata, osservando che l'onere del disconoscimento della scrittura privata e, correlativamente, l'eventuale verificarsi del riconoscimento tacito ai sensi dell'art. 215 c.p.c., presuppongono che il documento prodotto contro una parte provenga dalla stessa, ovvero da un soggetto che la rappresenti, in quanto munito di procura, ovvero, trattandosi di persona giuridica – o, come nella vicenda di specie, di ente pubblico - in ragione del rapporto organico in base al quale può impegnare la responsabilità dell'ente, senza che - quanto al disconoscimento - allo stesso debba prestare adesione o conferma il soggetto persona fisica che nello stesso si immedesima quale suo organo. A fronte, quindi, di un valido disconoscimento da parte di soggetto legittimato e in mancanza di istanza di verificazione da parte della società che quel documento aveva prodotto, della scrittura non poteva tenersi conto a fini di decisione.

Osservazioni

Ai sensi dell'art. 214 c.p.c. «colui contro il quale è prodotta una scrittura privata, se intende disconoscerla , è tenuto a negare formalmente la propria scrittura o la propria sottoscrizione».

In mancanza di valido e tempestivo disconoscimento (in prima udienza o nella prima udienza successiva alla produzione), la scrittura privata si ha per riconosciuta (art. 215 c.p.c.). In presenza, invece, di un valido e tempestivo disconoscimento, la parte che intende avvalersi della scrittura disconosciuta deve chiederne la verificazione, ai sensi e con le forme di cui agli artt. 216 e ss c.p.c. Resta inteso che le scritture private prodotte in giudizio, per ritenersi soggette alla disciplina sostanziale di cui all'art. 2702 c.c. e a quella processuale di cui agli artt. 214 e ss. c.p.c., devono essere riconducibili alle stesse parti in causa, mentre le scritture provenienti da terzi estranei alla lite costituiscono prove atipiche il cui valore probatorio è meramente indiziario, e che possono, quindi, contribuire a fondare il convincimento del giudice solo unitamente agli altri dati probatori acquisiti al processo (Cass. civ., sez. II, 5 maggio 2015, n. 8938; Cass. civ., sez. un.,23 giugno 2010, n. 15169).

La pronuncia in commento si occupa della tematica della scrittura privata proveniente dalla persona giuridica ovvero da un ente pubblico, chiarendo, anzitutto, che l'onere del disconoscimento (al fine di impedire il riconoscimento tacito) presuppone che il documento prodotto contro la parte provenga da un soggetto che ne abbia rappresentanza, in ragione del rapporto organico in base al quale può impegnare la responsabilità dell'ente (in tal senso, anche Cass. civ., sez. II, ord., 11 settembre 2020, n. 18919). In presenza di un documento avente simili caratteristiche il disconoscimento da parte della persona giuridica, per essere valido, deve provenire non necessariamente dal materiale autore della sottoscrizione, ma anche da chiunque abbia il potere di rappresentare l'ente (ad esempio il sindaco del Comune o l'amministratore di società che rappresenti l'ente pubblico o la società in giudizio ma che sia persona fisica diversa da quella che aveva rappresentanza al tempo della sottoscrizione). In tal senso vanno anche diversi precedenti della giurisprudenza di legittimità (Cass. civ., sez. III, 19 luglio 2004, n. 13357 cit.; Cass. civ., sez. II, 22 dicembre 1994, n. 11074). Non mancano, tuttavia, orientamenti maggiormente rigorosi, fatti propri anche dalla giurisprudenza di merito, in forza dei quali il disconoscimento della scrittura privata da parte di una persona giuridica, per essere validamente effettuato ed idoneo ad onerare l'avversario (che insista ad avvalersi dello scritto) di richiederne la verificazione, necessita di un'articolata dichiarazione di diversità della firma risultante sul documento rispetto alle sottoscrizioni di tutti gli organi rappresentativi, specificamente identificati od identificabili, atteso che, nel caso della persona giuridica, assistita da una pluralità di organi con il potere di firmare un determinato atto, sussistono più sottoscrizioni qualificabili come proprie dell'ente (Cass. civ., sez. III, 19 luglio 2012, n. 12448; Cass. civ., sez. I, 16 febbraio 2010, n. 3620).

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.