Lo svolgimento di un'attività commerciale non implica l'automatico assoggettamento a Irap

22 Maggio 2025

Non è corretto sostenere che lo svolgimento da parte del contribuente di un'attività di tipo commerciale sia da assoggettare "di diritto" all'imposta regionale sulle attività produttive e che non necessita, di conseguenza, alcuna indagine sulla sussistenza o meno di autonoma organizzazione. Il principio di diritto enunciato dalle Sezioni Unite trova applicazione per i contribuenti che esercitano in forma individuale attività professionale, artistica o d'impresa in qualità di agenti, rappresentanti, promotori finanziari, artigiani, piccoli commercianti e, in genere, di piccoli imprenditori. Così si è pronunciata la Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado dell'Emilia-Romagna con la sentenza n. 473 del 19 maggio 2025.

La sentenza n. 9451 del 2016 delle Sezioni Unite, risolvendo un copioso dibattito giurisprudenziale, ha definitivamente certificato che il presupposto impositivo dell'IRAP, cioè il requisito dell'autonoma organizzazione, ricorre quando il contribuente:

  1. sia, sotto qualsiasi forma, il responsabile dell'organizzazione e non sia, quindi, inserito in strutture organizzative riferibili ad altrui responsabilità ed interesse;
  2. impieghi beni strumentali eccedenti il minimo indispensabile per l'esercizio dell'attività in assenza di organizzazione;
  3. si avvalga in modo non occasionale di lavoro altrui che superi la soglia dell'impiego di un collaboratore che esplichi mansioni di segreteria ovvero mansioni esecutive.

Il caso giurisprudenziale

Un contribuente, autotrasportatore di merci su strada, presentava all'Agenzia delle Entrate un'istanza di rimborso dell'IRAP versata per gli anni d'imposta dal 2013 al 2016. Formatosi il silenzio rifiuto dell'Amministrazione Finanziaria, egli presentava ricorso ribadendo la sua non assoggettabilità all'imposta per svolgere esclusivamente l'attività di autotrasportatore in modo autonomo, senza l'ausilio di dipendenti, avvalendosi di un complesso di attrezzature (transpallet, compressore, trapano a percussione, etc..) e di un solo autocarro per il trasporto di merci di terzi, come risultante dal registro dei beni strumentali che costituiscono la dotazione normale per tale tipologia di attività.

L'Ufficio, al contrario, sosteneva in primis che l'attività svolta dal contribuente fosse di tipo commerciale e, pertanto, soggetta all'IRAP di diritto: l'indagine sulla sussistenza o meno di autonoma organizzazione, precisava il Fisco, va fatta solo nel caso delle attività libero professionali ed ausiliarie di quelle commerciali. In secondo luogo, l'Ufficio osservava che i beni strumentali utilizzati dal contribuente, con un valore costante complessivo pari a oltre centomila euro, erano da considerarsi palesemente eccedenti rispetto a quel minimo necessario per cui potesse essere escluso l'elemento organizzativo. I giudici di primo grado accoglievano il ricorso ritenendo che l'attività svolta dal contribuente si svolgesse unicamente con l'apporto lavorativo del titolare il quale si avvaleva di ridotti mezzi strumentali; anche se giuridicamente e fiscalmente l'attività esercitata si configurava quale attività di impresa, la Corte di primo grado non riscontrava la presenza di una apprezzabile autonoma organizzazione, in particolare in grado di operare senza la diretta attività del titolare e quindi non riconosceva la sussistenza del presupposto dell'imposta.

Verifica del presupposto anche per i piccoli imprenditori

I giudici d'appello, nel confermare l'esito favorevole alla parte privata, che il suddetto principio di diritto affermato dalle Sezioni Unite opera per i contribuenti che esercitano in forma individuale attività professionale, artistica o d'impresa (in qualità di agenti, rappresentanti, promotori finanziari, artigiani, piccoli commercianti e in genere di piccoli imprenditori). È pacifico, dunque, hanno affermato gli interpreti, che il requisito dell'autonoma organizzazione debba essere accertato in concreto anche per i piccoli imprenditori (ex plurimis cfr. Cass. n. 10717 del 20/04/2023 nonché Cass. n. 19329 del 19/07/2018). Nel merito, poi, i giudici d'appello hanno confermato il diritto al rimborso del contribuente avendo quest'ultimo sempre utilizzato nella propria attività un unico autocarro per il trasporto di merci di terzi, senza l'ausilio di alcun dipendente, non risultando il valore del mezzo di per sé dimostrativo della sussistenza di un'autonoma organizzazione.

Irap non più dovuta dal 2022

Si rammenta che la legge di Bilancio 2022 (art. 1, c. 8, L. 234/2021) ha escluso dai soggetti passivi imprenditori ed esercenti arti e professioni che svolgano la loro attività in forma individuale. Pertanto, a decorrere dal periodo in corso al 1° gennaio 2022, l'Irap non è più dovuta dalle persone fisiche esercenti attività commerciali nonché dagli esercenti arti e professioni. Tale previsione è stata ritenuta dalla giurisprudenza non retroattiva (cfr, tra le altre, sentenza CGT II Lombardia n. 1545 del 24 maggio 2024).

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