La PEC deve essere depositata in formato originale e non in PDF
13 Maggio 2025
La Corte d'appello, sul punto, ha rigettato le argomentazioni dell'appellante, riprendendo il principio di diritto affermato da Cass. civ., sez. III, 8 giugno 2023, n. 16189 secondo cui, in tema di notificazione a mezzo PEC, devono essere rispettate le forme digitali previste dall'artt. 3-bis, comma 3, l. n. 53/1994e 9, nonché dall'art. 19-bis delle "specifiche tecniche" date con Provv. 16 aprile 2014 del Responsabile per i Sistemi Informativi Automatizzati del Ministero della giustizia - che impongono il deposito in PCT dell'atto notificato, delle ricevute di accettazione e consegna in formato ".eml" o ".msg" e dell'inserimento dei dati identificativi delle suddette ricevute nel file "datiAtto.xml". Alla luce di tali principi, la Corte ha rilevato che, nel caso di specie, non vi è prova dell'effettiva consegna delle diffide di pagamento allegate dall'appellante poiché ha mancato di produrre le ricevute di accettazione e consegna in formato ".eml" o ".msg", che avrebbero potuto consentire di verificare, attraverso l'apertura del file, la presenza dell'atto notificato; invero, l'appellante si è limitata a produrre un file in formato PDF, sì che non è possibile risalire con certezza al contenuto degli allegati ad esso relativi, non essendovi neanche corrispondenza di date. Per tali considerazioni ha, pertanto, rigettato il primo motivo di appello. |