Sanzioni da ridurre per la cartella “automatizzata” senza avviso bonario
12 Maggio 2025
Una contribuente, di origine statunitense, dove aver vissuto per molti anni in Italia e aver prestato la propria attività lavorativa in favore di una società di capitali, nel 2016 manifesta l'intenzione di tornare nel Paese di origine e percepisce gli emolumenti del trattamento di fine rapporto. Nel 2022, senza essere stata destinataria di alcuna precedente comunicazione, ella riceve dall'Agenzia delle Entrate una cartella esattoriale con la quale le veniva richiesto il versamento del saldo Irpef, oltre sanzioni (al 30%) ed interessi, relativo alla tassazione separata scelta per l'anno di imposta 2016. La contribuente si opponeva alla cartella di pagamento chiedendo la nullità della stessa e del ruolo sotteso per la mancata preventiva notifica dell'avviso bonario. Quando non è necessario l'avviso bonario I giudici tributari hanno preliminarmente osservato che la cartella era stata emessa ai sensi ai sensi dell'art. 36.bis d.P.R. 600/73 sulla base dei dati esposti dalla contribuente nel modello di certificazione unica (2017); pertanto, risultava pacifico che la somma richiesta dall'Ufficio fosse legittima, che non vi fosse incertezza sul saldo e che lo stesso non era stato ancora versato e risultava dovuto. La Corte ha, quindi, precisato che anche in materia di tassazione separata, nei casi di omesso versamento, l'Ufficio - non trovandosi di fronte ad un errore del contribuente o ad un risultato diverso rispetto a quello indicato in dichiarazione - può iscrivere direttamente a ruolo le somme che lo stesso contribuente aveva dichiarato ma non versato. Di riferimento, in tal senso, la giurisprudenza di legittimità che ha considerato “inutile” comunicare al dichiarante i risultati del controllo automatico e interloquire con lui, se questi coincidono con il dichiarato, ossia se non emerga alcun errore o, con riferimento all'art. 6, co. 5, L. n. 212/2000, “se non sussistano incertezze su aspetti rilevanti della dichiarazione” (Cass. 17396/2010, Cass. 1203/2015; Cass. 19052/2015). Discorso a parte per il regime sanzionatorio Tuttavia, hanno ulteriormente affermato gli interpreti, l'eventuale mancanza della comunicazione di irregolarità assume rilievo in relazione al regime sanzionatorio, in quanto la sua omissione preventiva comporterebbe una lesione della sfera patrimoniale del contribuente impedendogli di accedere al regime sanzionatorio premiale (art. 2, comma 2, d.lgs. n. 462/1997) con l'applicazione delle sanzioni nella misura del 10% dell'imposta non pagata in luogo del 30% previsto altrimenti dalla disciplina generale sanzionatoria (art. 13, d.lgs. n. 471/1997). La Corte ha confortato tale approdo ermeneutico con l'ulteriore considerazione che l'ordinamento tributario non prevede alcuna specifica sanzione di nullità rispetto al mancato inoltro preventivo della comunicazione di irregolarità, se non nei casi di incertezze su aspetti rilevanti della dichiarazione (art. 6, comma 5, l. 212/2000). Tuttavia, la cartella esattoriale doveva essere in parte annullata con riferimento alle sanzioni iscritte a ruolo in misura intera, da ricalcolare e ridurre nella misura del 10% secondo il già citato regime sanzionatorio premiale, incluso interessi e compensi di riscossione. |