Rito Fornero: applicazione delle nuove disposizioni e limiti procedurali

La Redazione
05 Maggio 2025

In tema di rito cd. Fornero, è stata ribadita l’applicabilità del d.lgs. n. 149/2022 solo ai procedimenti instaurati dopo il 28 febbraio 2023, mantenendo le precedenti regole per quelli pendenti.

Con la pronuncia in commento, la Suprema Corte ha affrontato il delicato tema delle disposizioni transitorie legate al d.lgs. 149/2022 e la loro applicazione al rito Fornero.

In seguito al rigetto da parte del Tribunale del ricorso relativo all'impugnazione di un licenziamento, il lavoratore aveva proposto appello in data 1° dicembre 2023, anziché reclamo, come previsto dalla disciplina applicabile.

La Corte d'Appello aveva ritenuto inapplicabile la nuova disciplina introdotta dal d.lgs.149/2022, evidenziando come l'abrogazione del rito Fornero potesse operare soltanto per i procedimenti instaurati successivamente al 28 febbraio 2023. Pertanto, il processo in esame, avviato prima di tale data, restava soggetto alla normativa previgente, con conseguente applicabilità del termine di trenta giorni per proporre reclamo, ai sensi dell'art. 1, c. 58 l. n. 92/2012. Da ciò la declaratoria di inammissibilità dell'impugnazione tardiva.

Avverso tale decisione, veniva proposto ricorso per cassazione, deducendo la violazione degli artt. 35 e 37 d.lgs. 149/2022 e dell'art. 12 preleggi. Secondo il ricorrente, l'abrogazione del rito Fornero avrebbe comportato l'impossibilità di proporre reclamo e l'art. 35, c. 4 d.lgs. 149/2022 avrebbe reso applicabili le nuove regole alle impugnazioni proposte dopo il 28 febbraio 2023, indipendentemente dalla data di instaurazione del giudizio di primo grado.

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, sottolineando che l'art. 35, c.1 d.lgs. 149/2022 stabilisce, in coerenza con il principio della perpetuatio iurisdictionis, l'applicazione delle disposizioni previgenti ai procedimenti già pendenti al 28 febbraio 2023, comprensiva anche delle modalità di impugnazione. Il quarto comma del suddetto articolo, che estende le nuove disposizioni alle impugnazioni proposte dopo tale data, riguarda esclusivamente il rito ordinario civile e quello del lavoro di cui agli artt. 434 ss. c.p.c., e non anche il reclamo tipico del rito Fornero, al quale non è fatto espresso riferimento.

Questo principio tutela la coerenza processuale, garantendo che le norme vigenti al momento dell'avvio del procedimento governino l'intero iter processuale. Tale interpretazione si allinea con il principio del «tempus regit actum» che stabilisce l'applicabilità delle regole processuali in base alla loro vigenza temporale, evitando così conflitti normativi e disomogeneità di trattamento.

La Cassazione ha, quindi, confermato la correttezza dell'interpretazione della Corte territoriale, decidendo di compensare le spese processuali, stante la novità della questione trattata e l'assenza di precedenti giurisprudenziali.

Fonte: Diritto e Giustizia

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