Legge di Bilancio 2025: le misure per le famiglieFonte: L. 30 dicembre 2024 n. 207
08 Maggio 2025
La legge di bilancio 2025. Le misure per le famiglie La nuova manovra del governo Meloni ha stanziato oltre 6 miliardi per mettere in campo diverse misure rivolte alle famiglie e al sostegno della natalità. Vediamo quali: a) bonus nascite b) congedo parentale c) bonus “asilo nido” d) esonero contributivo per madri lavoratrici e) aumento detrazioni per scuole paritarie f) il fondo dote famiglie g) carta acquisto per le famiglie h) fondo di garanzia mutui per la prima casa I) fondo alimentare l) bonus edilizi m) detrazioni Irpef n) l’Assegno Unico Universale La legge di bilancio 2025 La legge introduce una serie di misure fiscali, sociali e strutturali finalizzate a sostenere famiglie, lavoratori e imprese, promuovendo al contempo la crescita economica e la sostenibilità del sistema previdenziale e sanitario. Tra le novità emergono interventi mirati al sostegno delle famiglie italiane, con misure che spaziano dall'educazione al welfare, dal risparmio energetico alla semplificazione burocratica. Ad esempio la Carta per i nuovi nati o bonus bebè è una delle novità più attese; non si tratta di una misura del tutto nuova, ma di un provvedimento che era stato sospeso nel 2022, quando venne inglobato nell'Assegno unico per i figli, un altra misura presente in questa nuova finanziaria. L'aiuto per le nuove nascite fa parte del pacchetto di sostegni alle famiglie, di circa 1,5 miliardi. Il pacchetto di provvedimenti riflette l'impegno del Governo nel garantire un maggior sostegno economico alle categorie più vulnerabili, promuovendo al contempo l'inclusione sociale e la genitorialità. Per fruire dei benefici economici e delle agevolazioni fiscali previsti dalla Legge di Bilancio 2025 a sostegno delle famiglie è necessario presentare la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU). Tale dichiarazione, finalizzata al calcolo dell'Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE), costituisce il presupposto indispensabile per l'accesso a tutti i benefici economici previsti dalla normativa vigente. L'ISEE, infatti, permette di determinare con precisione la condizione economica del nucleo familiare e, di conseguenza, l'entità delle prestazioni economiche spettanti. Il bonus nascita (c.d. Carta per i nuovi nati) Varie misure della legge di bilancio 2025 sono indirizzate in particolare alle famiglie con figli. Per incentivare la natalità, la legge di bilancio 2025 ha introdotto il Bonus nuovi nati che consiste nell'erogazione di un importo una tantum di 1.000 euro per ogni figlio nato o adottato dal 1° gennaio 2025. Tale bonus è riservato alle famiglie con ISEE non superiore a 40.000 euro annui (computato al netto dell'assegno unico e universale per i figli a carico). La circolare INPS 14 aprile 2025, n. 76 illustra la disciplina del bonus e fornisce le indicazioni per la presentazione delle domande. In particolare, per accedere al bonus, i genitori richiedenti devono possedere, congiuntamente, i seguenti requisiti di cittadinanza, residenza ed economici: i) I beneficiari possono essere cittadini italiani, di uno Stato membro dell'Unione europea oppure essere in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo o essere titolari di permesso unico di lavoro, autorizzati a svolgere attività lavorativa per un periodo superiore a sei mesi. ii) Alla data di presentazione della domanda, il genitore richiedente deve essere residente in Italia. Tale requisito deve sussistere dalla data dell'evento (nascita, adozione, affido preadottivo) alla data di presentazione della domanda. iii) Ai fini dell'accesso al Bonus nuovi nati, l'Inps chiarisce che è necessario un ISEE non superiore a 40.000 euro annui, escludendo dal calcolo le erogazioni relative all'Assegno unico e universale (AUU). La domanda dovrà essere presentata online, tramite il servizio dedicato, entro 60 giorni dalla data di nascita o dalla data di ingresso in famiglia del figlio. In alternativa, può essere presentata tramite l'app INPS mobile, il Contact Center Multicanale oppure gli istituti di patronato. Il congedo parentale Il congedo parentale è un periodo di astensione facoltativo dal lavoro, concesso ai lavoratori e alle lavoratrici per prendersi cura del proprio figlio nei suoi primi anni di vita e soddisfarne i bisogni affettivi e relazionali. Durante tale periodo di assenza dal lavoro, i lavoratori e le lavoratrici percepiscono un'indennità economica sostitutiva del reddito da lavoro. Il congedo parentale è disciplinato dal Decreto Legislativo 26 marzo 2001, n. 151 (“Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità̀, a norma dell'articolo 15 della legge 8 marzo 2000, n. 53”), il quale disciplina i congedi, i riposi, i permessi e la tutela delle lavoratrici e dei lavoratori connessi alla maternità̀ e paternità̀ di figli naturali, adottivi e in affidamento, nonché́ il sostegno economico alla maternità̀ e alla paternità̀. Si tratta di misura assistenziale a sostegno della genitorialità che funge da aiuto importante per rispondere alle difficoltà quotidiane di molte famiglie italiane che hanno necessità di trovare un giusto equilibrio tra lavoro e cura dei figli. La disciplina strutturalmente in vigore prevede la spettanza al lavoratore richiedente di un'indennità pari al 30% della retribuzione media globale giornaliera. Il lavoratore subordinato può fruire di un congedo per la cura di ciascuno dei suoi figli, fino al compimento dei 12 anni di età, nella misura massima di sei mesi (riproporzionata in caso di part-time). Il congedo può essere fruito anche su base oraria. Ulteriori 6 mesi spettano all'altro genitore, ma il totale complessivo tra i genitori non può superare i 10 mesi. Se il padre utilizza almeno 3 mesi di congedo, il totale complessivo per la coppia è elevato a 11 mesi. In caso di adozione di un minore, a prescindere dalla sua età, è possibile fruire del congedo parentale entro i 12 anni dal suo ingresso in famiglia (non oltre il compimento della maggiore età). Se il congedo viene utilizzato nei primi 6 anni di vita del bambino (ovvero nei 6 anni successivi all'ingresso del minore in famiglia, in caso di adozione), al lavoratore spetta un'indennità, pari al 30% della retribuzione, per un periodo massimo di 6 mesi complessivi tra i genitori. La richiesta del congedo va effettuata al datore di lavoro e non può essere motivo di licenziamento o discriminazione. La legge di Bilancio 2024 è intervenuta sulla disciplina del congedo parentale rafforzando l'indennità riconosciuta al lavoratore avente diritto. Con riferimento all'anno 2024, per i primi due mesi di fruizione, infatti, l'importo erogato dall'INPS è pari all'80%, anziché il 30%, della retribuzione media giornaliera di riferimento. La stessa norma prevede che, a partire dal 2025 il secondo mese fruito sarà indennizzato al 60% (art. 1 comma 179 L. n. 213/2023). La Legge di Bilancio 2025 ha proseguito poi nel rafforzamento delle tutele per la maternità, intervenendo nuovamente sulle mensilità di congedo parentale che possono essere indennizzate in misura maggiorata, portandole a 3. In particolare al comma 217 sono apportate alcune modifiche significative all'articolo 34, comma 1, del testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità (decreto legislativo n. 151 del 2001). Le principali innovazioni riguardano quindi due aspetti: 1) la norma prevede l'elevazione all'80% della retribuzione dell'indennità di congedo. Questa modifica riguarda il secondo mese di congedo entro il sesto anno di vita del bambino, sostituendo la precedente elevazione al 60% fissata a regime. L'aumento all'80%, inizialmente previsto solo per il 2024, diventa così permanente. 2) La norma innalza la retribuzione dal 30% all'80% per il terzo mese di congedo di maternità o paternità, sempre entro il sesto anno di vita del bambino. Le modifiche si riferiscono ai lavoratori che hanno terminato o termineranno il periodo di congedo di maternità o, in alternativa, di paternità, successivamente alle seguenti date: - 31 dicembre 2023 per le disposizioni relative al primo periodo di congedo; - 31 dicembre 2024 per le modifiche riguardanti i successivi periodi. Bonus asilo nido Il Bonus Asilo nido è stato introdotto dalla Legge di Bilancio 2017 (Legge 232/2016, art. 1 c. 355) e disciplinato con il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 17 febbraio 2017. Si tratta di una misura di sostegno del reddito delle famiglie che prevede, per i figli nati dal 1° gennaio 2016, l'erogazione di un contributo massimo di 1.000 euro per il pagamento di rette per la frequenza di asili nido pubblici e privati e di forme di assistenza domiciliare in favore di bambini con meno di tre anni affetti da gravi patologie croniche. A decorrere dal 2025, il contributo per le famiglie con bambini nati dal 1° gennaio 2016 ha subito importanti modifiche, grazie alla legge di bilancio che ha voluto sostenere economicamente le famiglie con bambini piccoli, mitigando i costi legati alla prima infanzia. Questo contributo, che supporta le spese per la frequenza di asili nido pubblici e privati e per forme di assistenza a domicilio per bambini con gravi patologie croniche, è stato incrementato e diversificato in base alla situazione economica delle famiglie. Il buono viene erogato dall'INPS previa richiesta del genitore, che deve presentare idonea documentazione relativa all'iscrizione e al pagamento della retta a strutture pubbliche o private, ovvero previa presentazione di un'attestazione, rilasciata dal pediatra, che certifichi l'impossibilità del bambino di frequentare gli asili nido a causa di grave patologia cronica. La legge di bilancio 2025 prevede che, per i nati dal 2024 in nuclei con redditi ISEE inferiori a 40.000 euro, il beneficio è di 3.600 euro e riconosciuto a prescindere dalla presenza di altri figli, estendendo pertanto la platea coinvolta. Viene inoltre confermata anche l'esclusione delle somme relative all'assegno unico universale nella determinazione del reddito ISEE utile ai fini dell'accesso ai benefici per i nuovi nati e per le spese relative alla frequenza degli asili nido. Con la circolare numero 60 emessa il 20-03-2025 l'INPS chiarisce che: (i) La domanda di contributo può essere presentata dal genitore di un minore di età inferiore ai tre anni che sia in possesso congiuntamente dei seguenti requisiti, previsti dall'articolo 1 del D.P.C.M. 17 febbraio 2017:
(ii) La domanda di contributo può essere presentata nei seguenti casi:
(iii) L'importo del contributo, comprensivo dell'incremento determinato in relazione alla data di nascita e del valore dell'ISEE minorenni del bambino inserito in domanda, a decorrere dall'anno 2025 è così determinato: > Per i bambini nati in data antecedente al 1° gennaio 2024 - € 3.000 euro (dieci rate da 272,73 euro e una da 272,70 euro), nell'ipotesi di ISEE minorenni in corso di validità fino a 25.000,99 euro; - € 2.500 euro (dieci rate da 227,27 euro e una da 227,30 euro) con ISEE minorenni in corso di validità da 25.001 a 40.000 euro; - € 1.500 euro (dieci rate da 136,37 euro e una da 136,30 euro) nei casi di ISEE minorenni non presente, difforme, discordante, non calcolabile o superiore alla soglia di 40.000 euro; > Per i bambini nati dal 1° gennaio 2024 - € 3.600 euro (dieci rate da 327,27 euro e una da 327,30 euro), nell'ipotesi di ISEE minorenni in corso di validità minore o uguale a 40.000 euro; - € 1.500 euro (dieci rate da 136,37 euro e una da 136,30 euro) con ISEE minorenni non presente, difforme, discordante, non calcolabile o superiore alla soglia di 40.000 euro. L'esonero contributivo per le madri lavoratrici La misura agevolativa si sostanzia in un abbattimento totale della contribuzione previdenziale dovuta dalla lavoratrice, nel limite massimo di 3.000 euro annui, da riparametrare su base mensile. L'articolo 1, commi da 180 a 182, della legge 30 dicembre 2023, n.213, recante “Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2024 e bilancio pluriennale per il triennio 2024-2026” ha introdotto, per i periodi di paga dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2026, un esonero del 100 per cento della quota dei contributi previdenziali per l'invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico delle lavoratrici madri di tre o più figli, con rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato, fino al mese di compimento del diciottesimo anno di età del figlio più piccolo. Il medesimo esonero è stato riconosciuto, in via sperimentale, per i periodi di paga dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2024, anche alle lavoratrici madri di due figli, con rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato, fino al mese del compimento del decimo anno di età del figlio più piccolo. L'esonero contributivo è rivolto a tutti i rapporti di lavoro dipendente a tempo indeterminato, sia instaurati che instaurandi nel periodo di vigenza dell'esonero, dei settori pubblico e privato, ivi compreso il settore agricolo, con la sola esclusione dei rapporti di lavoro domestico, in riferimento alle lavoratrici madri di tre o più figli. La Legge di Bilancio 2025 (Legge 30 dicembre 2024, n. 207, art. 1, commi 219-220) ha riproposto la misura dell'esonero contributivo INPS a favore delle lavoratrici madri. Questo beneficio – c.d. “bonus mamme” – si inserisce nel solco di una misura analoga prevista dalla precedente manovra finanziaria per il 2024. Il legislatore ha esteso e rimodulato l'agevolazione contributiva già esistente, ampliandone la platea dei destinatari ma riducendo la misura dell'esonero (non più totale al 100%). In particolare, è stato introdotto un nuovo esonero parziale dei contributi previdenziali per una platea più ampia di lavoratrici, comprendendo sia dipendenti (anche a tempo determinato) sia lavoratrici autonome. Contestualmente, la norma ha escluso per gli anni 2025 e 2026 l'applicazione di questo nuovo esonero alle lavoratrici con tre o più figli che già beneficeranno dell'esonero precedente introdotto dalla Legge di Bilancio 2024. Il requisito necessario per godere del beneficio è quello di avere almeno due figli. La legge introduce poi due ulteriori condizioni prima assenti: - un limite di reddito annuo imponibile ai fini previdenziali di € 40.000 per poterne usufruire; - l'estensione alle autonome vale solo per chi rientra nei regimi fiscali ordinari (sono escluse, ad esempio, le lavoratrici autonome che hanno optato per il regime forfettario). La misura prevede come detto solo un esonero parziale, quindi non coprirà il 100% della contribuzione a carico della lavoratrice, bensì una percentuale minore. Al momento, la percentuale di riduzione e l'eventuale importo massimo annuo non sono stati fissati nella legge, ma saranno definiti dal decreto attuativo ministeriale atteso. Dal punto di vista operativo, lo sgravio contributivo per le lavoratrici madri si realizza tramite una riduzione dei versamenti contributivi mensili dovuti all'Inps. Per le lavoratrici dipendenti sarà il datore di lavoro ad applicare l'esonero direttamente in busta paga, trattenendo una quota di contributi inferiore rispetto al normale. Aumento detrazioni per scuole paritarie La legge di bilancio 2025 interviene anche sulla soglia massima di spese detraibili per la frequenza scolastica nelle scuole statali e paritarie. L'articolo 1, comma 13, della L. 207/2024 ha disposto l'innalzamento, a regime da 800 a 1.000 euro per ogni alunno o studente, delle spese detraibili per la frequenza di scuole dell'infanzia, del primo ciclo d'istruzione e della scuola secondaria di secondo grado presso gli istituti paritari. Il beneficio è applicabile sia alle scuole statali che a quelle paritarie private o degli enti locali appartenenti al sistema nazionale di istruzione, ma non si estende alle scuole estere. La detrazione copre una vasta gamma di costi legati alla frequenza scolastica, tra cui:
Per beneficiare della detrazione, è necessario che il pagamento sia effettuato con metodi tracciabili, come bonifici bancari o postali, carte di credito o debito, oppure assegni bancari. La detrazione delle spese per istruzione non universitaria è calcolata nella misura del 19% e secondo i limiti di spesa indicati all'art. 15, comma 1 lett. e-bis) del Testo Unico delle imposte sui redditi, in base al quale, a decorrere dall'anno di imposta 2019, il limite massimo di spesa detraibile è fissato nella misura di € 800. A questo riguardo, come detto, l'art. 1, comma 13 della legge di Bilancio 2025 è intervenuto innalzando il limite massimo di spesa ad € 1.000 per studente a partire dall'anno di imposta 2025, consentendo, pertanto, una detrazione massima ammessa pari ad € 190,00 (€ 1.000,00 x 19%). Fondo dote famiglia Tra le misure introdotte dalla manovra finanziaria 2025 vi è anche il fondo dote famiglia. È stato istituito con il comma 270 dell’articolo 1 della Legge di Bilancio 2025 e ha l’obiettivo di sostenere la genitorialità e le attività sportive e ricreative in periodi extrascolastici. Il contributo consiste di fatto in un rimborso parziale delle spese sostenute dalle famiglie per le attività sportive e ricreative dei figli. È da intendersi come un’alternativa ad altri benefici o sgravi fiscali già concessi alla famiglia per lo stesso scopo. Il contributo è destinato ai nuclei con ISEE fino a 15.000 €. Per il 2025, le risorse messe a disposizione per finanziare tale bonus ammontano a 30 milioni di euro. Le famiglie potranno richiederlo solo per finanziare le attività erogate da Associazioni e società sportive dilettantistiche che sono iscritte al Registro nazionale delle attività sportive dilettantistiche (RASD) o Enti del Terzo settore iscritti al Registro unico nazionale del Terzo settore (RUNTS). Per accedere al Fondo Dote Famiglia 2025, la Manovra stabilisce due criteri fondamentali:
È fondamentale dimostrare le spese sostenute con ricevute o fatture valide rilasciate dalle strutture riconosciute (RASD o RUNTS). Carte acquisto per le famiglie La Carta acquisti è una carta di pagamento del valore di 40 euro mensili di cui possono beneficiare le persone che hanno compiuto 65 anni o hanno figli di età inferiore ai 3 anni che si trovano in una situazione economica particolarmente disagiata. È stata introdotta nel 2008 (Decreto Legge n. 112/2008) per offrire un sostegno alle persone meno abbienti che, a seguito dello straordinario aumento dei prezzi di generi alimentari e bollette energetiche provocato dalla crisi economica, si sono venute a trovare in uno stato di particolare bisogno. Con la Carta si possono effettuare acquisti in tutti i supermercati, negozi alimentari, farmacie e parafarmacie abilitati al circuito Mastercard. Può anche essere utilizzata presso gli uffici postali per pagare le bollette elettriche e del gas e dà diritto a sconti nei negozi convenzionati. Completamente gratuita, funziona come una normale carta di pagamento elettronica, del tutto simile a quelle diffuse nel nostro Paese. La differenza è che le spese, anziché essere addebitate al titolare della Carta, sono saldate direttamente dallo Stato. La Carta Acquisti può essere richiesta negli uffici postali abilitati al servizio presentando l'apposito modulo corredato dalla relativa documentazione. Viene ricaricata ogni bimestre con 80 euro, previa verifica del possesso dei requisiti. La legge di bilancio 2025 ai commi 102-104 dell'art 1 ha riconfermato la misura sperimentale introdotta nel 2023 per il sostegno economico alle famiglie meno abbienti. Si tratta del contributo una tantum per la spesa di beni di prima necessita di 500 euro (nel 2024) detto "Carta dedicata a te ". La norma prevede un rifinanziamento pari a 500 milioni di euro come nel 2024. È previsto un decreto interministeriale che dovrà riformulare in dettaglio l'importo ed eventuali nuovi requisiti. Al decreto seguiranno anche le istruzioni dettagliate dell'INPS. Fondo di garanzia mutui per la prima casa Il Fondo di garanzia Mutui per la prima casa, c.d. Fondo prima casa, è stato istituito presso il Ministero dell'Economia e delle Finanze con la legge 27 dicembre 2013, n. 147, art. 1 comma 48, lett. c). Il Fondo agevola il rapporto tra il cittadino e la banca offrendo una garanzia pubblica, sul mutuo per l'acquisto della prima casa. Il mutuo deve essere erogato per il solo acquisto, o per l'acquisto e la ristrutturazione e/o accrescimento dell'efficienza energetica di un immobile localizzato in Italia che rispetti le seguenti caratteristiche:
L'ammontare del finanziamento non deve essere superiore a 250.000 euro. Il Fondo prevede una garanzia pubblica del 50%. L'articolo 1 commi 113 e 115 della Legge n. 207 del 30.12.2024 “Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2025 e bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027”, ha disposto dal 1gennaio 2025 l'accesso al Fondo prima casa “esclusivamente”:
La norma ha inoltre previsto la possibilità di richiedere l'innalzamento della garanzia per coloro che hanno un ISEE qualificato e richiedono un mutuo superiore all'80% del prezzo d'acquisto dell'immobile, comprensivo di oneri accessori. Fondo alimentare Con la Legge 29 dicembre 2022, n. 197 “Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2023 e bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025”, era stato istituito nello stato di previsione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali il Fondo per la sperimentazione del Reddito alimentare, con la dotazione di 1,5 milioni di euro per l'anno 2023 e di 2 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2024 (articolo 1, commi 434 e 435). Il Reddito alimentare rappresenta un aiuto per le persone in condizione di grave povertà che consiste nella distribuzione gratuita, anche tramite gli Enti del Terzo Settore, di prodotti alimentari invenduti dei negozi della distribuzione alimentare. L'art. 1 commi 105-106 Legge di bilancio 2025 dispongono l'istituzione, nello stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, di un Fondo destinato al contrasto della povertà alimentare a scuola, con una dotazione di 0,5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2025 e 2026 e di 1 milione di euro a decorrere dall'anno 2027, destinato ai comuni individuati con il decreto di cui al comma in esame, per l'erogazione di contributi a favore di nuclei familiari che a causa di condizioni oggettive di impoverimento durante l'anno scolastico non riescano a provvedere al pagamento delle rette previste per la fruizione del servizio di ristorazione scolastica nella scuola primaria. La disciplina del Fondo è rinviata ad un successivo decreto ministeriale. L'istituzione di questo nuovo Fondo destinato al contrasto della povertà alimentare a scuola si aggiunge alle misure per l'attuazione delle politiche contro la povertà, attuate prevalentemente con la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni sociali (LEPS) ed il contemporaneo processo di rafforzamento dei servizi sociali. Bonus edilizi L'agevolazione fiscale sugli interventi di recupero del patrimonio edilizio è disciplinata dall'articolo 16-bis del d.P.R. 917/86 (Testo unico delle imposte sui redditi - TUIR). Consiste in una detrazione dall'IRPEF, da ripartire in 10 quote annuali di pari importo, del 36% delle spese sostenute, fino a un ammontare complessivo non superiore a 48.000 euro per ciascuna unità immobiliare. Tuttavia, per quelle sostenute dal 26 giugno 2012 al 31 dicembre 2024, il beneficio è elevato al 50% e il limite massimo di spesa è innalzato a 96.000 euro per unità immobiliare. La stessa detrazione è prevista anche per chi acquista immobili a uso abitativo facenti parte di edifici interamente ristrutturati. Spetta nel caso di interventi di restauro e risanamento conservativo e di ristrutturazione edilizia eseguiti da imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare e da cooperative edilizie, che entro 18 mesi dal termine dei lavori vendono o assegnano l'immobile. La Legge di Bilancio per il 2025 modifica il vigente quadro normativo in materia di bonus edilizi. Si prevede in particolare:
Nel 2025 è arrivata la proroga anche per il bonus mobili ed elettrodomestici. Il bonus si applica alle spese per l'acquisto di arredi e grandi elettrodomestici quando servono ad arredare immobili oggetti di lavori di ristrutturazione. Il bonus, legato a interventi di ristrutturazione, è stato prorogato nel 2025 con una percentuale di detrazione del 50%, sia per la prima che per la seconda casa, e un tetto di spesa fino a 5.000 euro. La detrazione entra in gioco con l'acquisto di mobili e grandi elettrodomestici di classe non inferiore alla A per i forni; alla E per le lavatrici le lavasciugatrici e le lavastoviglie; alla F per i frigoriferi e i congelatori, per le apparecchiature per le quali sia prevista l'etichetta energetica, finalizzati all'arredo dell'immobile oggetto di ristrutturazione. Introdotto anche un contributo ai consumatori finali per l'acquisto di elettrodomestici ad alta efficienza energetica. L'obiettivo è sostenere la competitività dell'industria, l'occupazione e l'efficienza energetica domestica. Il contributo è pari al 30% del costo di acquisto dell'elettrodomestico, fino a un massimo di 100 euro per ciascun acquisto. La somma agevolata arriva a 200 euro per famiglie con un Isee inferiore a 25.000 euro. La legge di Bilancio 2025 ha poi prorogato e rimodulato le aliquote del sismabonus. In particolare, l'agevolazione fiscale è stata estesa al triennio 2025-2027 con aliquota al 50% per la prima casa e al 36% per le altre abitazioni; al 36% per le abitazioni principali e al 30% negli altri casi nel biennio 2026-2027. Il tetto di spesa è di 96.000 euro. Detrazioni Irpef La Legge di Bilancio 2025 introduce a carico dei contribuenti che conseguono redditi superiori a 75.000 euro, nuove limitazioni alle detrazioni IRPEF, applicabili a partire dall'anno di imposta 2025. L'intervento si intreccia con la riduzione delle percentuali di detrazione concesse per i bonus edilizi, penalizzando ancora più fortemente quella che per anni è stata un'importante leva di politica fiscale per il recupero e la riqualificazione del patrimonio immobiliare. L'l'art. 1, comma 10, ha introdotto nel TUIR (d.P.R. 22 dicembre 1986, n. 917) il nuovo art. 16-ter, che stabilisce un tetto alle detrazioni IRPEF effettivamente fruibili da parte dei contribuenti con redditi superiori a 75.000 euro, modulando l'importo massimo in funzione di due elementi: - il reddito conseguito, prevedendo due diversi scaglioni, e - il numero di figli fiscalmente a carico. In precedenza, la normativa consentiva di fruire delle detrazioni IRPEF in modo pressoché integrale – tenuto conto delle specificità previste dalla normativa per ciascuna di esse – salvo prevedere la riduzione progressiva di quelle concesse dall'art. 15, comma 3-bis, TUIR in presenza di redditi superiori a 120.000 euro, fino all'azzeramento in presenza di redditi pari o superiori a 240.000 euro. Il meccanismo di base di calcolo delle detrazioni, a partire dal 2025, resta invariato, ma il risultato ottenuto secondo le regole in vigore in precedenza, che restano applicabili, sarà da considerarsi solo a titolo di “detrazione teorica”. Al fine di calcolare la detrazione effettivamente spettante, in presenza di redditi superiori a 75.000 euro, occorrerà infatti confrontarsi anche con il nuovo art. 16-ter del TUIR, di seguito esaminato. Con l'art. 16-ter rubricato (Riordino delle detrazioni) si prevede che fermi restando gli specifici limiti previsti da ciascuna norma agevolativa, per i soggetti con reddito complessivo superiore a 75.000 euro gli oneri e le spese per i quali il presente testo unico o altre disposizioni normative prevedono una detrazione dall'imposta lorda, considerati complessivamente, sono ammessi in detrazione fino all'ammontare calcolato moltiplicando l'importo base determinato ai sensi del comma 2 in corrispondenza del reddito complessivo del contribuente per il coefficiente indicato nel comma 3 in corrispondenza del numero di figli, compresi i figli nati fuori del matrimonio riconosciuti e i figli adottivi, affiliati o affidati, presenti nel nucleo familiare del contribuente, che si trovano nelle condizioni previste nell'articolo 12, comma 2, del presente testo unico. L'importo base di cui al comma 1 è pari a: a) 14.000 euro, se il reddito complessivo del contribuente è superiore a 75.000 euro e non superiore a 100.000 euro; b) 8.000 euro, se il reddito complessivo del contribuente è superiore a 100.000 euro; Con le ultime modifiche alla norma si vuole: - escludere dal computo complessivo degli oneri e delle spese da prendere in considerazione ai fini della determinazione dei limiti oltre i quali i percettori di reddito tra 75 mila euro 100 mila euro e i percettori di reddito superiore a 100 mila euro non possono percepire detrazioni fiscali, oltre alle spese sanitarie, le somme investite nelle startup innovative e quelle investite nelle PMI innovative, oggetto di detrazione secondo la specifica disciplina di riferimento, - aggiungere alle spese escluse dai limiti alle detrazioni introdotte dal nuovo articolo 16-ter anche le spese derivanti da contratti conclusi entro il 31 dicembre 2024 per i premi di assicurazione per morte, invalidità permanente o non autosufficienza nonché quelli aventi ad oggetto i rischi di calamità naturali detraibili ai sensi del TUIR. Assegno Unico Universale L'Assegno unico e universale (istituito dal d.Lgs 29 dicembre 2021 n. 230) è un sostegno economico riconosciuto alle famiglie con figli a carico e attribuito ad ogni figlio fino alla maggiore età o, in determinate condizioni, al compimento del 21° anno, e senza limite di età per i figli disabili. L'Assegno è unico poiché finalizzato alla semplificazione e al potenziamento degli interventi diretti al sostegno della genitorialità e della natalità. Universale perché garantito in misura minima a tutte le famiglie che abbiano figli a carico, anche in assenza di ISEE o con ISEE superiore alla soglia di 45.939,56 euro. L'importo dell'Assegno varia in base alla condizione economica del nucleo familiare attestata da un ISEE valido al momento della presentazione della domanda; all'età e al numero di figli; alle eventuali situazioni di disabilità dei minori. Rispetto allo scorso anno, nel 2025 diventa operativa l'esclusione dall'ISEE dei titoli di Stato e dei prodotti finanziari fino a 50mila euro prevista dalla Legge di Bilancio 2024. L'importo dell'assegno unico e universale (AUU) è inoltre escluso dall'ISEE ai fini del riconoscimento dei bonus per le nuove nascite e nido. L'Assegno 2025 è stato rivalutato dall'INPS dello 0,8% su tutti gli importi. |