All’Adunanza plenaria due ulteriori questioni interpretative sull’art. 105 c.p.a.

Redazione Scientifica Processo amministrativo
29 Aprile 2025

L'Adunanza plenaria è stata chiamata a pronunciarsi su due quesiti afferenti all'interpretazione dell'art. 105, comma 1, c.p.a.

L'Adunanza Plenaria è stata chiamata a pronunciarsi in merito all'interpretazione dell'art. 105, comma 1, c.p.a. con riferimento alle diverse posizioni giurisprudenziali che lo stesso Consesso ha assunto nel corso degli anni.

Invero, con le sentenze, n. 10, n. 11 e n. 15 del 2018, la Plenaria aveva affermato il principio di diritto secondo cui, in caso di erronea pronuncia di irricevibilità, di inammissibilità o di improcedibilità del ricorso di primo grado, il giudice d'appello non deve rimettere la causa al primo giudice ai sensi dell'art. 105, comma 1, c.p.a., bensì deve sempre esaminare, per la prima volta, nel merito la controversia, in ragione sia dell'effetto devolutivo dell'appello, sia del tenore testuale del citato art. 105, comma 1, c.p.a.

Diversamente, con la sentenza 20 novembre 2024, n. 16, la Plenaria ha affermato che l'art. 105, comma 1, c.p.a., nella parte in cui prevede che il Consiglio di Stato rimette la causa al giudice di primo grado se dichiara la nullità della sentenza, si applica anche quando la sentenza appellata abbia dichiarato inammissibile il ricorso di primo grado, errando palesemente nell'escludere la legittimazione o l'interesse del ricorrente.

Tanto esposto e considerato che nella fattispecie posta all'esame del collegio rilevava l'ipotesi (non contemplata dall'ultima pronuncia dell'Adunanza plenaria) in cui il giudice di primo grado ha palesemente errato nel dichiarare l'improcedibilità (e non l'inammissibilità) del ricorso di primo grado per sopravvenuta carenza di interesse a ricorrere, omettendo di pronunciarsi del tutto sul merito della controversia, il collegio rimettente si è posto il quesito se l'interpretazione dell'art. 105, comma 1, c.p.a., come enunciata dalla sentenza 16/2024, sia o meno estensibile anche alla fattispecie in cui il giudice di primo grado abbia palesemente errato nel dichiarare l'improcedibilità del ricorso di primo grado per sopravvenuta carenza di interesse a ricorrere.

Pertanto, sono state sottopone all'esame dell'Adunanza plenaria i seguenti quesiti sull'interpretazione dell'art. 105 c.p.a.:

  1. “se l'art. 105, comma 1, c.p.a., nella parte in cui prevede che il Consiglio di Stato rimette la causa al giudice di primo grado se dichiara la nullità della sentenza, si applichi anche quando la sentenza appellata abbia dichiarato improcedibile il ricorso di primo grado errando palesemente nell'escludere la permanenza dell'interesse del ricorrente”;
  2. “se l'art. 105, comma 1, c.p.a., nella parte in cui prevede che il Consiglio di Stato rimette la causa al giudice di primo grado se dichiara la nullità della sentenza, si applichi anche quando la sentenza appellata abbia dichiarato irricevibile il ricorso di primo grado errando palesemente”, se sia o meno estensibile anche alle ipotesi in cui la sentenza appellata abbia dichiarato, errando palesemente, improcedibile ovvero irricevibile il ricorso di primo grado.

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