Decreto sicurezza 2025: le nuove tutele in caso di occupazione abusiva degli immobili

La Redazione
30 Aprile 2025

Il Decreto sicurezza introduce uno strumento di contrasto alle occupazioni abusive, aggravando le pene e rendendo più rapidi gli interventi di sgombero, soprattutto quando si tratta di abitazioni private.

Nella Gazzetta Ufficiale dell'11 aprile 2025 è stato pubblicato il d.l. n. 48/2025 avente ad oggetto “Disposizioni urgenti in materia di sicurezza pubblica, di tutela del personale in servizio, nonché di vittime dell'usura e di ordinamento penitenziario”.

Tra gli aspetti innovativi, in attesa della conversione in legge, l'art. 10, comma 1, del d.l. n. 48/2025 introduce il nuovo art. 634-bis c.p. (occupazione arbitraria di immobile destinato a domicilio altrui), in base al quale:

  • chiunque, mediante violenza o minaccia, occupa o detiene senza titolo un immobile destinato a domicilio altrui o sue pertinenze, ovvero impedisce il rientro nel medesimo immobile del proprietario o di colui che lo detiene legittimamente, è punito con la reclusione da due a sette anni. Alla stessa pena soggiace chiunque si appropria di un immobile destinato a domicilio altrui o di sue pertinenze con artifizi o raggiri ovvero cede ad altri l'immobile occupato;
  • fuori dei casi di concorso nel reato, chiunque si intromette o coopera nell'occupazione dell'immobile, ovvero riceve o corrisponde denaro o altre utilità per l'occupazione medesima, soggiace alla pena prevista dal primo comma.

Oltre a ciò, la nuova disposizione prevede che non è punibile l'occupante che collabori all'accertamento dei fatti e ottemperi volontariamente all'ordine di rilascio dell'immobile. Il delitto è punito a querela della persona offesa e si procede d'ufficio se il fatto è commesso nei confronti di persona incapace, per età o per infermità.

Infine, quanto agli aspetti procedurali, con l'art. 10, comma 3, del d.l. n. 48/2025, il Legislatore ha previsto il nuovo art. 321-bis c.p.p. (reintegrazione nel possesso dell'immobile). Tra gli aspetti rilevanti della disposizione, si osserva che “nei casi in cui l'immobile occupato sia l'unica abitazione effettiva del denunciante”, gli ufficiali di polizia giudiziaria che ricevono denuncia del reato di cui all'art. 634-bis c.p., espletati i primi accertamenti volti a verificare la sussistenza dell'arbitrarietà dell'occupazione, si recano senza ritardo presso l'immobile del quale il denunziante dichiara di essere stato spossessato; in tal contesto,  ove sussistano fondati motivi,  viene ordinato all'occupante l'immediato rilascio dell'immobile e contestualmente reintegrano il denunciante nel possesso dell'immobile medesimo.

In caso di diniego, gli ufficiali di polizia giudiziaria dispongono coattivamente il rilascio dell'immobile e, di ciò, redigono verbale delle attività svolte, enunciando i motivi del provvedimento. La reintegrazione nel possesso perde efficacia se il giudice non emette l'ordinanza di convalida entro dieci giorni dalla ricezione della richiesta.

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