Esenzione IMU per abitazione principale
02 Maggio 2025
Un contribuente esercita l'attività di agente di commercio, con competenza su tutto il territorio regionale, occupandosi di promuovere specifici prodotti dell'azienda nel settore dell'informatica. È single e proprietario di due appartamenti, rispettivamente un monolocale e un trilocale, situati in province diverse ed in prossimità dei territori più frequentati in relazione all'attività esercitata. Egli ha la residenza presso l'immobile più piccolo ma, nel corso dell'anno, trascorre la maggior parte del tempo nell'immobile più grande in quanto situato in posizione più strategica in relazione al core business dell'attività esercitata. In tale contesto, può usufruire dell'esenzione IMU per il trilocale, in cui dimora per la maggior parte dell'anno, e pagare l'imposta sul monolocale (opzione economicamente più vantaggiosa)? Secondo l'attuale disciplina IMU - novellata dalla legge di Bilancio per il 2020 e riscritta in parte dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 209 del 13 ottobre 2022 - non costituisce presupposto d'imposta il possesso di un immobile non classificato nelle categorie catastali A/1, A/8 o A/9 nonché abitazione principale del possessore (e non anche del suo nucleo familiare). Dopo l'intervento della Consulta, per abitazione principale si deve intendere l'immobile, iscritto o iscrivibile nel catasto edilizio urbano come unica unità immobiliare, nel quale il possessore dimora abitualmente e risiede anagraficamente. Ciò ha consentito di eliminare qualsiasi di trattamento fondata su distinzioni tra situazioni familiari e/o catastali cui conduceva la precedente formulazione normativa, la quale correlava il diritto all'esenzione alla contestualità dei requisiti della residenza e della dimora abituale non solo del possessore ma anche degli altri componenti del nucleo familiare. Secondo la previgente disciplina, infatti, nel caso in cui i componenti del nucleo familiare avessero stabilito la dimora abituale e la residenza anagrafica in immobili diversi situati sul territorio comunale, l'agevolazione per l'abitazione principale e relative pertinenze in relazione al nucleo familiare poteva essere applicata su un solo immobile. Pertanto, con la revisione della disciplina è sufficiente che il possessore dell'immobile soddisfi i due requisiti fondamentali: la residenza anagrafica e la dimora abituale. Fatta questa premessa, occorre altresì tenere in considerazione due principi cardine in materia di esenzioni o agevolazioni che costituiscono un consolidato orientamento nella giurisprudenza di legittimità ovvero che: - le norme che stabiliscono esenzioni o agevolazioni sono di stretta interpretazione e non sono suscettibili di interpretazione analogica o estensiva; - in tema di agevolazioni fiscali, spetta al contribuente dimostrare di avere i requisiti previsti dalla legge per avervi accesso. Nel caso prospettato, al di là della peculiare attività esercitata dal contribuente che lo conduce a “muoversi” abitualmente in più territori della regione, la contestualità dei presupposti richiesti dalla legge (residenza e dimora abituale) non si riscontrerebbe in nessuno degli immobili in questione, infatti: - nel primo immobile (i.e. il monolocale) vi sarebbe il requisito della residenza anagrafica ma non quello della dimora abituale (la carenza di tale requisito potrebbe, ad esempio, essere accertata dal Comune tramite un'indagine sulle utenze domestiche e contestato in relazione agli scarsi consumi); - nel secondo immobile (i.e. il trilocale) vi sarebbe, invece, il requisito della dimora abituale (evincibile dai consumi delle utenze domestiche) ma non quello della residenza anagrafica. Alla luce di quanto sopra osservato, al fine di scongiurare possibili accertamenti da parte dell'ente locale, sarebbe opportuno, nel caso prospettato, trasferire la residenza anagrafica presso l'immobile che costituisce anche dimora abituale del contribuente (da considerare esente IMU) e pagare l'imposta sull'altro immobile posseduto. In tal senso, occorre tenere in considerazione che l'indirizzo giurisprudenziale di legittimità pone a carico del contribuente l'onere di provare i presupposti del diritto all'esenzione. |