Giustizia tributaria e intelligenza artificiale
30 Aprile 2025
Premessa Per “intelligenza artificiale*” si fa suggestivo riferimento a quell'ambito informatico [olim “cibernetico" (Vds. Mario G. Losano “Giuscibernetica. Macchine e modelli cibernetici nel diritto”. Einaudi Ott 1969.)”, dal greco κυβερνήτης: pilota di navi) che si occupa di apparecchiature elettroniche (hardware) e di programmi digitali (software) avanzati, con prestazioni tanto elevate da evocare, nel contemporaneo immaginario collettivo, quelle proprie dell'intelletto umano, se non ancor di più. Si pensi alla partita di scacchi giocata il 10 febbraio 1996 tra Garry Kasparov, Campione del Mondo in carica, ed il p.c. Deep Blue, vinta in 19 mosse dal p.c. I.B.M. Tale tipo di suggestione “sostitutiva” dell'automa all'uomo non è nuova nel progresso tecnico-scientifico dell'umanità; basti pensare al “Robot” del dramma fantascientifico “R.U.R.” (1920) dello scrittore ceco Karel Čapek, ove automi, chiamati “robota” (in ceco: lavoro faticoso), sostituiscono gli operai. Ma tale “automazione” non si esaurisce in una mera sostituzione (sia fisica che intellettuale) dell'uomo nella fatica del lavoro (condanna biblica secondo Genesi 3:19). Essa ha un valore ulteriore, ancor più importante, costituito da una efficienza (in termini qualitativi e quantitativi) incomparabilmente maggiore. Può essere così anche nell'amministrare giustizia? L'esperienza estera più avanzata (Estonia, Shanghai, USA, Canada, Brasile etc.) va in quella direzione. Certamente lo è già nella ricerca dei precedenti e nella redazione delle massime di giurisprudenza. L'intelligenza artificiale comprende aree diverse come l'apprendimento automatico (machine learning), le reti neurali (neural networks), l'apprendimento profondo (deep learning) e l'elaborazione del linguaggio naturale (natural language processing, NPL). L'intelligenza artificiale autoapprende - addestrandosi con gli insiemi di dati di un modello- creando algoritmi con i linguaggi di programmazione di machine learning, per formulare previsioni e identificare schemi imparando dai dati storici. *Esistono diverse species del genus “intelligenza artificiale” (IA), tra le quali:
Con questo progetto riorganizzativo, articolato in cinque linee di intervento, il precedente Consiglio di Presidenza della Giustizia Tributaria (C.P.G.T. 2018-2023) mirava, con l'impiego della c.d. “intelligenza artificiale”, a:
(Narrami il fatto e ti indicherò la norma regolatoria) Il percorso decisionale giurisdizionale (Iuris dictio: affermazione del diritto) è definito sillogistico. Sillogismo (dal greco συλλογισμός: ragionamento concatenato) è un ragionamento filosofico (Aristotele) con il quale a due premesse (maggiore e minore) consegue una conclusione necessaria. Nel sillogismo giuridico: premessa maggiore è la norma giuridica applicabile al caso specifico, premessa minore sono i fatti e le circostanze costituenti tale caso, conclusione necessaria è la decisione del giudice. Trattasi di ragionamento logico-deduttivo che si vuol, in qualche misura, affidare alla c.d. “intelligenza artificiale”. Del “Pro.Di.Gi.T.” continua a suscitare grande interesse, alimentando appassionati dibattiti, quanto già indicato ai punti precedenti (3 e 4), dei quali il punto 3 è funzionale al punto 4. In buona sostanza, elaborando con l'“intelligenza artificiale” una vasta quantità di sentenze/ordinanze/decreti emessi in forma digitale, depositati e massimati nella banca dati nazionale di giurisprudenza tributaria territoriale (oltre che in quella di cassazione. Vds. la banca dati di sintesi comune: “Italgiure”), si consente al “sistema” di appropriarsi (con tecniche di machine learning: apprendimento supervisionato, non supervisionato e per rinforzo) della logica decisionale, tradurla in algoritmi* per poter poi “predire” probabilisticamente (c.d. “giustizia predittiva”) la decisione del giudice ad ogni successivo analogo caso proposto. Nella fase di “addestramento” del sistema, tutto quanto così prodotto va sottoposto al controllo di coerenza e affidabilità (summarising) affidato a giudici di grande esperienza. Poiché anche l'estrazione delle massime da sentenze/ordinanze/decreti depositati (per il Pro.di.gi.t. si è trattato di 329.316 sentenze delle Corti tributarie territoriali) può essere automatizzata con l'I.A., il ciclo così si autoalimenterebbe:
Quindi, in mancanza di modifiche normative, introdotte nell'algoritmo, ogni decisione predittiva resa dal “sistema” sarebbe consonate a quelle precedenti corrispondenti, assunte in banca dati (massimario territoriale) e confortate dalla Cassazione**** in funzione nomofilattica (massimario di sola legittimità). Mettere a disposizione di giudici, difensori, enti fiscali e contribuenti tale formidabile strumento di conoscenza ed approfondimento del diritto tributario vivente, ha come effetto naturale quello di promuovere l'uniformità ermeneutica come valorizzazione della “certezza del diritto”, considerando che l'obiettivo tendenziale non consiste nella sottesa promozione di una qualche forma di “conformismo giurisprudenziale”, bensì nella valorizzazione di ogni consapevole ed argomentato contrasto col precedente (eventualmente confutato), maieutico per l'evoluzione della giurisprudenza al mutare non solo della normativa ma anche del comune sentire, contribuendo sia alla “certezza del diritto” sia alla relativa evoluzione.
Per "giustizia predittiva" si intende la possibilità di prevedere -tramite calcoli complessi (algoritmi)- l'esito di un giudizio per il ripristino del diritto “sostanziale” violato. Essa è un corollario della certezza del diritto. Il postulato di partenza per ogni elaborazione giuscibernetica è che l'ordinamento giuridico positivo possa essere trattato quasi come una scienza esatta, in quanto volta ad attribuire certezza alle relazioni tra tutti i cittadini, “eguali davanti alla legge” ex art.3 Cost.*, che ipotizza l'intero ordinamento come “diritto oggettivo e certo”; viene, infatti, imposto di trattare in modo uguale situazioni giuridiche uguali, raggiungendo il medesimo risultato, con una logica quasi matematica. Per ordinamento giuridico si intende l'insieme delle norme che, regolando la civile convivenza (ne cives ad arma ruant), ne costituiscono il diritto oggettivo** (jus est ars boni et aequi). Mentre il diritto oggettivo “sostanziale” mira a regolare i rapporti interpersonali per prevenire contrasti, quello “processuale” mira a dirimere i contrasti sorti, devolvendone la soluzione ad un giudice terzo ed imparziale, per il ripristino del diritto sostanziale violato con un consonante provvedimento “processuale”. La "giustizia predittiva" si pratica con algoritmi che elaborano grandi quantità di dati, non facilmente accessibili (Vds. legge delega 9.8.2023, n. 111, l'art. 19 (lett. i): “garantire che le sentenze tributarie presenti nelle banche dati della giustizia tributaria siano accessibili a tutti”) per la parte privata dei processi tributari (ove ogni ente fiscale resistente è attore sostanziale nella vocatio iudicis del contribuente ricorrente), destinataria della pretesa impo-sanzionatoria-riscossiva già notificatale con l'atto amministrativo (autoritativo, esecutivo ed esecutorio) impugnato. In effetti, la prognosi sull'esito della lite è già stata introdotta nel ns ordinamento: ad esempio vds. l'art. 348-bis c.p.c.***. In particolare, poi, l'art. 360-bis c.p.c.**** sanziona con l'inammissibilità il ricorso in cassazione "quando il provvedimento impugnato ha deciso le questioni di diritto in modo conforme alla giurisprudenza della Corte e l'esame dei motivi non offre elementi per confermare o mutare l'orientamento della stessa" [Il giudizio di legittimità che affronta questioni di diritto tributario sostanziale, anche se oggetto di ricorso per cassazione sono sentenze emesse secondo le regole del diritto processuale tributario, resta autonomamente ed esclusivamente disciplinato dal codice di procedura civile.]. Dunque, in materia tributaria, oltre alle sentenze emesse a sezioni unite in funzione nomofilattica, l'esame delle migliaia [10.805 nel 2024 (La Cassazione civile - Annuario statistico 2024, pag 19.)] di sentenze annualmente pronunciate dalle sezioni V e VI, può consentire di individuare -o escludere- un orientamento "conforme", idoneo a rendere inammissibile un eventuale ricorso contrario a tale orientamento. Trattasi del fondamento normativo della rilevanza assoluta del precedente giurisprudenziale, volta a stabilizzare la giurisprudenza ed a rendere prevedibili le sentenze, avvicinando il nostro sistema di civil law verso quello di common law. Mentre il civil law, (detto anche diritto continentale o diritto romano-germanico) ha la propria fonte primaria nelle pronunce del potere legislativo, relegando la giurisprudenza (intesa come pronunce del potere giudiziario) ad un ruolo sussidiario limitato all'interpretazione della legge, il common law trova fonte primaria nelle precedenti pronunce del potere giudiziario (codificate in registri dei tribunali e documentati in raccolte di giurisprudenza, note come annuari e rapporti), creative ex se di nuovi principi giuridici. Nell'ordinamento giuridico italiano -strutturato come civil law (art. 2909 c.c. “L'accertamento contenuto nella sentenza passata in giudicato fa stato a ogni effetto tra le parti, i loro eredi o aventi causa”)- non ha formale riconoscimento il principio di common law del precedente giurisprudenziale (stare decisis et non quieta movere).
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