L'invito alla negoziazione assistita in corso di causa deve essere notificato al difensore ex art. 170 c.p.c.

La Redazione
29 Aprile 2025

L'acquirente di un'auto agiva in giudizio nei confronti della concessionaria dove l'aveva acquistata, per essere risarcito e indennizzato dato che l'auto, per difetti strutturali, aveva preso fuoco spontaneamente poco tempo dopo l'acquisto. Rilevato il mancato esperimento della negoziazione assistita, il giudice assegnava alle parti un termine di 15 giorni per la comunicazione dell'invito. L'attore notificava l'invito al difensore della convenuta e quest'ultima eccepiva l'improcedibilità della domanda per mancato regolare esperimento della negoziazione, sostenendo che l'invito dovesse essere notificato alla parte personalmente e non al suo avvocato.

Nel caso di specie, il Tribunale ha ritenuto che l'eccezione di improcedibilità della domanda formulata dal convenuto per mancato regolare esperimento della procedura di negoziazione assistita ex artt. 2 e 3 d.l. n. 132/2013 fosse infondata e pertanto dovesse essere rigettata.  Infatti, in tema di negoziazione assistita l'invito alla procedura conciliativa in corso di causa deve essere notificato al difensore costituito e non alla parte personalmente: l'art. 170 c.p.c. dispone che, dopo la costituzione in giudizio, tutte le notificazioni e comunicazioni devono essere fatte al procuratore costituito «salvo che la legge disponga altrimenti».

Poiché l'art. 3, d.l. n. 132/2014 si limita a stabilire che, rilevato il mancato esperimento della procedura, il giudice assegna un termine di 15 giorni per la comunicazione dell'invito alla negoziazione, tale norma non costituisce una deroga al principio generale (cfr. Cass. civ., sez. III, 10 gennaio 2023, n. 369). 

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