Le modifiche che, nel corso degli ultimi anni, hanno interessato a più riprese l’espropriazione mobiliare presso terzi rendono opportuna una ricognizione della disciplina che evidenzia le novità introdotte e le ripercussioni di carattere operativo
La nuova fase introduttiva del pignoramento presso terzi
Il pignoramento di crediti del debitore verso terzi o di cose del debitore che sono in possesso di terzi si esegue con atto notificato al debitore e ai terzi che, oltre all'ingiunzione al debitore di non disporre dei beni assoggettati a pignoramento, deve contenere le indizioni prescritte dall'art. 543, comma 2, c.p.c.: il d.lgs. n. 164/2024 ha modificato il n. 3), eliminando la necessità di eleggere domicilio nel comune in cui ha sede il Tribunale competente, mentre è rimasto l'obbligo di indicare l'indirizzo di posta elettronica certificata del creditore procedente ovvero del suo difensore.
Se la modifica, da un lato, tende a valorizzare il domicilio digitale, nell'ottica di dare sempre maggiore impulso al processo civile telematico, dall'altro lato può creare qualche problema nel caso in cui il creditore stia in giudizio personalmente e non sia munito di un indirizzo di posta elettronica certificata (salvo volere ritenere che il legislatore, in questo modo, abbia inteso implicitamente elevarne il possesso a requisito per la difesa personale in giudizio).
L'atto deve, inoltre, contenere l'invito al terzo a rendere – a mezzo raccomandata o posta elettronica certificata – la dichiarazione di quantità prescritta dall'art. 547 c.p.c.e la citazione del debitore a comparire innanzi al giudice all'udienza indicata rispettando il termine dilatorio di dieci giorni (decorrente dal perfezionamento nei suoi confronti della notifica del pignoramento) di cui all'art. 501 c.p.c.; nel caso in cui, invece, l'iscrizione a ruolo segua il pignoramento eseguito dall'ufficiale giudiziario ai sensi dell'art. 492-bis c.p.c., sarà il giudice dell'esecuzione, a seguito dell'istanza di assegnazione formulata dal creditore, a fissare l'udienza di comparizione e a invitare i terzi pignorati a rendere la dichiarazione prescritta dall'art. 547 c.p.c., con decreto che andrà notificato anche a loro, oltre che al debitore esecutato.
Secondo quanto prescritto dall'ultimo comma dell'art. 492 c.p.c., quando il creditore abbia presentato istanza di ricerca con modalità telematiche dei beni da pignorare ai sensi dell'art. 492-bis c.p.c. e sia stato conseguentemente sospeso – a partire dalla data di presentazione dell'istanza fino alla comunicazione, da parte dell'ufficiale giudiziario, del verbale contenente l'esito delle ricerche o di non averle potute effettuare per mancanza dei presupposti – il termine di efficacia del precetto, l'atto di pignoramento deve contenere anche l'indicazione della data di deposito dell'istanza, dell'autorizzazione del Presidente del Tribunale (quando è prevista) o del provvedimento di rigetto dell'istanza a lui indirizzata, nonché della data in cui l'ufficiale giudiziario ha comunicato il verbale delle indagini svolte o che non ha potuto eseguirle.
Eseguita l'ultima notificazione dell'atto di pignoramento (che, di norma, è quella diretta al debitore, giacché si è soliti farla precedere da quella diretta ai terzi, onde impedire che, prima che questi siano assoggettati agli obblighi di custodia fissati dall'art. 546 c.p.c., possano essere compiuti a loro insaputa atti dispositivi dei beni), l'ufficiale giudiziario consegna senza ritardo al creditore l'originale dell'atto, nonché del titolo esecutivo e del precetto consegnatigli al momento della richiesta di esecuzione del pignoramento (più per prassi che per reale ed effettiva necessità, visto che il loro possesso da parte dell'ufficiale giudiziario ai fini dell'esecuzione del pignoramento è previsto solo dall'art. 513 c.p.c. con riguardo all'espropriazione mobiliare presso il debitore).
Dalla data di tale consegna effettuata dall'ufficiale giudiziario al creditore, decorre il termine di trenta giorni per l'iscrizione a ruolo del pignoramento, a pena di inefficacia dello stesso: per questo motivo, di regola, il creditore, prima di ritirare gli atti dall'ufficiale giudiziario, attende che i terzi abbiano reso la dichiarazione di cui all'art. 547 c.p.c. (che dovrebbe pervenire entro dieci giorni dalla notifica dell'atto di pignoramento al terzo, che spesso, tuttavia, non rispetta tale termine, la cui violazione espone tutt'al più a responsabilità di carattere risarcitorio, ferme restando le previsioni dettate dall'art. 548 c.p.c. per il caso di mancata dichiarazione), onde valutare se convenga o meno coltivare il pignoramento.
Per effetto delle modifiche apportate dal d.lgs. n. 164/2024, il creditore, ai fini dell'iscrizione a ruolo, non dovrà più depositare, oltre alle copie conformi – ovvero munite di attestazione di conformità apposta dal difensore ai sensi degli artt. 196-octies, 196-nonies e 196-undecies disp. att. c.p.c. – del titolo esecutivo, del precetto e dell'atto di pignoramento notificato, anche la nota di iscrizione a ruolo, dal momento che i dati e le informazioni che andavano ivi inseriti saranno contenuti nel file in formato ".xml" che si genererà all'atto della formazione della busta telematica predisposta ai fini dell'iscrizione a ruolo del pignoramento.
Visto, dunque, che l'atto principale della busta telematica non sarà più la nota di iscrizione a ruolo, bensì una nota di deposito, il creditore potrà fornire – a beneficio di un più agevole riscontro da parte del giudice dell'esecuzione – quelle indicazioni (che dovranno comunque emergere anche dal file in formato ".xml") utili per verificare la sussistenza di tutte le condizioni di validità e di efficacia del pignoramento, ivi compreso, in particolare, il rispetto dei termini ai quali fanno riferimento, rispettivamente, gli artt. 492, 492-bis e 543 c.p.c.
Va ricordato che, nel caso in cui il pignoramento venga iscritto a ruolo dopo l'esecuzione delle indagini previste dall'art. 492-bis c.p.c., il creditore, a pena di inefficacia del pignoramento, deve depositare anche l'istanza di ricerca di beni con modalità telematiche presentata all'ufficiale giudiziario, l'eventuale autorizzazione del presidente del Tribunale o il suo provvedimento di rigetto dell'istanza, nonché il verbale delle indagini svolte dall'ufficiale giudiziario o la comunicazione con cui questi informa che non è stato possibile eseguirle (art. 492-bis, comma 10, c.p.c.).
Sebbene l'art. 14, d.P.R. n. 115/2002 preveda che, nei processi esecutivi di espropriazione forzata, il contributo unificato debba essere versato nel momento in cui viene fatta istanza per l'assegnazione o la vendita dei beni pignorati, nel caso di pignoramento presso terzi l'attestazione di pagamento viene dimessa all'atto dell'iscrizione a ruolo, in virtù della prassi oramai unanimemente adottata dagli uffici giudiziari sulla base dell'indicazione fornita dal Dipartimento per gli affari di Giustizia – Direzione generale degli affari interni con nota dell'11 gennaio 2021.
Peraltro, attesa la modifica del citato art. 14, d.P.R. n. 115/2002, con l'inserimento del nuovo comma 3.1 (a mente del quale, fermi i casi di esenzione previsti dalla legge, nei procedimenti civili la causa non può essere iscritta a ruolo se non è versato l'importo di € 43,00 o quello inferiore dovuto per legge), occorre interrogarsi circa la perdurante possibilità di posticipare il pagamento del contributo unificato e il deposito della relativa attestazione al momento della proposizione dell'istanza di vendita nell'espropriazione mobiliare e immobiliare, com'è sempre avvenuto sinora; in effetti, visto che la tempestiva iscrizione a ruolo è condizione di efficacia del pignoramento, difficilmente il creditore rischierà di vedersela respinta perché il cancelliere non avrà evidenza del pagamento del contributo unificato, sia pure nella misura minima di € 43,00 (fatta salva la sua successiva integrazione nell'importo prescritto).
Quando, invece, il creditore desista dall'iscrivere a ruolo il pignoramento, dovrà notificare al debitore e ai terzi, entro cinque giorni dalla scadenza del termine, la dichiarazione prescritta dall'art. 164-ter disp. att. c.p.c.
Ma pure quando il pignoramento è stato iscritto a ruolo, il creditore, al fine di notiziarne i terzi, dovrà notificare loro l'avviso imposto dall'art. 543, comma 5 c.p.c., come modificato dalla l. n. 206/2021 (mentre il d.lgs. n. 164/2024 ha espunto il debitore dal novero dei destinatari di tale avviso), che andrà depositato, a pena di inefficacia del pignoramento (relativa, nel caso in cui più siano i terzi, ossia limitata a quelli ai quali la notifica non sia stata effettuata), entro la data dell'udienza di comparizione indicata nell'atto di pignoramento: l'individuazione del termine ultimo per il deposito dell'avviso notificato ha ingenerato un ampio dibattito, visto che alcuni uffici giudiziari, adottando un'interpretazione letterale della norma, l'hanno individuato nella data dell'udienza di comparizione indicata nell'atto di pignoramento, anche quando l'udienza sia stata differita d'ufficio (Trib. Barcellona P. G., 3 febbraio 2023; Trib. Napoli Nord, 7 dicembre 2023), mentre altri, facendo leva sulla ratio della disposizione e su una sua lettura costituzionalmente orientata, l'hanno collocato in corrispondenza della data in cui si tiene effettivamente l'udienza di comparizione innanzi al giudice dell'esecuzione (Trib. Catania, 28 aprile 2023; Trib. Genova, 22 giugno 2023; Trib. Napoli, 29 gennaio 2024).
Sulle modalità di esecuzione della notifica in questione erano sorti dubbi, poi definitivamente fugati: inizialmente, infatti, il Ministero della Giustizia, con circolare del 20 settembre 2022, aveva lasciato intendere che la notifica dell'avvenuta iscrizione a ruolo del pignoramento fosse qualificabile come adempimento che contribuiva a perfezionare il pignoramento stesso, con la conseguenza che doveva essere compiuto dall'ufficiale giudiziario, all'uopo richiesto dal creditore; con successiva circolare del 5 dicembre 2022, il medesimo Ministero della Giustizia ha chiarito, invece, che alla notificazione in parola può darsi corso con qualsiasi modalità prescritta dalla legge e che, dunque, può essere effettuata dal procuratore del creditore procedente a mezzo del servizio postale o mediante posta elettronica certificata, essendo la notifica a mezzo ufficiale giudiziario solo una delle opzioni delle quali ci si può avvalere (fermo restando che le modifiche apportate dal d.lgs. n. 149/2022 all'art. 137 c.p.c. la configurano come assolutamente residuale, ossia ammissibile solo quando l'avvocato non deve eseguire la notificazione a mezzo posta elettronica certificata o con altra modalità prevista dalla legge, salvo che non sia stato possibile o che la notifica non abbia avuto esito positivo per cause non imputabili al destinatario).
La necessità di depositare la prova della notifica dell'avviso di iscrizione a ruolo del pignoramento entro l'udienza di comparizione delle parti innanzi al giudice dell'esecuzione impone al creditore di ponderare attentamente in quale data fissarla, indicandola nell'atto di pignoramento: bisogna, infatti, tenere conto delle tempistiche occorrenti per il perfezionamento della notificazione, in particolare se si verifichino situazioni di irreperibilità del destinatario e si debba così ricorrere alle formalità prescritte dagli artt. 140 e 143 c.p.c.; a meno che non si ritenga senz'altro valida ed efficace la notifica effettuata presso la cancelleria ai sensi dell'art. 492, comma 2, c.p.c. quando il debitore non si sia costituito e non abbia dichiarato la residenza o eletto domicilio nel comune in cui ha sede il giudice dell'esecuzione (questione di cui è stata recentemente interessata la Corte di cassazione, che, pur avendo dichiarato inammissibile il rinvio pregiudiziale disposto ai sensi dell'art. 363-bis c.p.c. dal Tribunale di Mantova, con decreto n. 4071 del 14 febbraio 2024, ha lasciato intendere che non vi sono ragioni per escludere l'applicazione della regola dettata dalla predetta norma – peraltro modificata in parte qua dal d.lgs. n. 164/2024 – anche all'espropriazione mobiliare presso terzi e, dunque, anche alla notifica dell'avviso di iscrizione a ruolo del pignoramento).
Un ulteriore obbligo di comunicazione è stato posto, sempre a carico del creditore, a seguito dell'introduzione, a opera del d.lgs. n. 164/2024, del nuovo comma 6 dell'art. 543 c.p.c.: la disposizione prescrive che, se riceve il pagamento prima della scadenza del termine per l'iscrizione a ruolo del pignoramento, il creditore lo comunica immediatamente al debitore e al terzo, il cui obbligo di custodia cessa alla data di ricezione di tale comunicazione.
La nuova previsione ha lo scopo di consentire lo svincolo delle somme pignorate anche prima del decorso del termine per la notifica dell'avviso di iscrizione a ruolo del pignoramento, allorché il debitore abbia provveduto immediatamente al pagamento. Sebbene la norma non lo specifichi, sembra preferibile ritenere che il pagamento, per produrre un tale effetto liberatorio, debba essere integrale e, così, comprendere, oltre alle somme precettate, le spese legali relative alla fase introduttiva del processo esecutivo, le anticipazioni sostenute dal creditore e gli interessi maturati fino alla data del pagamento; di conseguenza, l'eventuale pagamento parziale non produrrà alcun effetto liberatorio immediato nei confronti del terzo pignorato, nemmeno nei limiti dell'importo spontaneamente corrisposto.
Da ultimo, va rammentato che, quando il pignoramento viene eseguito dall'ufficiale giudiziario ai sensi dell'art. 492-bis c.p.c., il creditore, dopo avere iscritto a ruolo il pignoramento, deve proporre, una volta scaduto il termine dilatorio di cui all'art. 501 c.p.c. e prima che sia decorso quello previsto dall'art. 497 c.p.c., istanza di assegnazione delle cose o dei crediti pignorati, ovvero di vendita delle cose mobili; come detto, sarà il giudice dell'esecuzione, in questo caso, a fissare l'udienza di comparizione del debitore e del creditore e a formulare al terzo l'invito a rendere la dichiarazione di quantità, assegnando il termine per la notifica del decreto (che, secondo la prassi seguita da alcuni uffici giudiziari, tiene il luogo di quella prescritta dall'art. 543, comma 5 c.p.c.).
I nuovi obblighi del terzo
L'art. 546 c.p.c., pur restando invariato quanto alla tipologia degli obblighi scaturenti in capo al terzo a seguito della notifica del pignoramento e alla data di decorrenza degli stessi, ha subito importanti modifiche quanto all'entità di detti obblighi.
Per effetto delle innovazioni introdotte dal d.l. n. 19/2024, convertito in l. n. 56/2024, infatti, l'importo fino a concorrenza del quale il terzo è soggetto all'obbligo di custodia, consistente nell'accantonamento delle somme delle quali è debitore nei confronti dell'esecutato in attesa che il giudice dell'esecuzione si pronunci in ordine alla sorte delle stesse, non è più – sempre e comunque – pari all'importo del credito precettato aumentato della metà. Più precisamente:
nel caso in cui il credito azionato sia pari o inferiore a € 1.100,00, il vincolo del pignoramento si estenderà fino all'importo del credito aumentato di € 1.000,00;
nel caso in cui il credito azionato sia superiore a € 1.100,00 ma pari o inferiore a € 3.200,00, il vincolo del pignoramento si estenderà fino all'importo del credito aumentato di € 1.600,00;
solo per i crediti superiori a € 3.200,00 rimane in vigore la vecchia regola, in base alla quale il vincolo del pignoramento si estende fino all'importo del credito aumentato della metà.
La modifica ha inteso porre rimedio alle criticità che si riscontravano quando si agiva per crediti di importo modesto, giacché l'incremento delle somme assoggettate al pignoramento nella misura invariabile della metà rispetto al credito precettato determinava, di fatto, la sicura incapienza dell'espropriazione, visto che l'importo suscettibile di assegnazione risultava a malapena sufficiente per coprire le spese di procedura, lasciando così insoddisfatto il credito azionato e costringendo il creditore a promuovere ulteriori pignoramenti.
Essendo la norma di cui all'art. 546 c.p.c. diretta ad assicurare un soddisfacimento quanto più possibile completo per il creditore, tenuto conto delle spese che vanno sostenute per promuovere e coltivare l'azione esecutiva e della possibilità che intervengano altri creditori del comune debitore, la ragione della modifica risiede nel fatto che l'aumento della metà, a fronte di crediti di modesto importo, comportava la sostanziale frustrazione della finalità avuta di mira dal legislatore, che è dunque intervenuto per porre rimedio a tale inconveniente, consentendo, nel contempo, di assicurare una maggiore chiarezza operativa per i terzi nell'individuare entro quali limiti vincolare le cose o le somme in loro possesso a beneficio della procedura esecutiva
Con la rideterminazione delle modalità di calcolo delle somme da vincolare all'ordine del giudice, non più legate al rigido criterio (solo apparentemente appagante per il creditore) precedentemente dettato dall'art. 546 c.p.c. e operante ora solo quando il credito azionato sia superiore a € 3.200,00, si sono dunque poste le condizioni affinché l'esecuzione possa, almeno tendenzialmente, assicurare al creditore un effettivo e completo soddisfacimento.
In questo senso, peraltro, è stato recentemente affermato che, quando con un unico atto vengono pignorati crediti vantati dal debitore verso più terzi, si realizza un concorso di plurimi pignoramenti, ciascuno dei quali produceeffetti autonomi e indipendenti, con la conseguenza, da un lato, che ognuno dei terzi pignorati è obbligato alla custodia delle somme da lui dovute al debitore nei limiti degli importi stabiliti dall'art. 546, comma 1, c.p.c. e, dall'altro lato, che l'ordinanza di assegnazione potrà avere per oggetto tutti i crediti assoggettati a pignoramento in forza dell'unico atto, fino alla concorrenza del medesimo importo (Cass. civ., sez. III, 14 novembre 2024, n. 29422).
Le nuove condizioni di efficacia del pignoramento
Con l'introduzione, a opera del d.l. n. 19/2024, convertito in l. n. 56/2024, del nuovo art. 551-bis c.p.c., il legislatore ha previsto un'ulteriore ipotesi di inefficacia del pignoramento e una nuova fattispecie di estinzione del processo esecutivo.
La previsione contenuta nel comma 1 stabilisce che, quando siano decorsi dieci anni dalla notifica al terzo del pignoramento o della dichiarazione d'interesse prescritta dal successivo comma 2, viene meno l'efficacia del pignoramento (e il terzo deve, così, ritenersi liberato dagli obblighi di custodia gravanti su di lui ai sensi dell'art. 546 c.p.c.), salvo che:
sia stata pronunciata l'ordinanza di assegnazionedelle somme;
sia già intervenuta l'estinzione o la chiusura anticipata del processo esecutivo;
il creditore pignorante o altro creditore intervenuto non oltre la prima udienza fissata per l'assegnazione o l'autorizzazione della vendita abbia notificato a tutte le parti e al terzo, nei due anni antecedenti alla scadenza del termine decennale (non, quindi, in un momento antecedente), una dichiarazione d'interesse al mantenimento del vincolo pignoratizio, contenente l'indicazione della data di notifica del pignoramento, dell'ufficio giudiziario innanzi al quale è pendente la procedura esecutiva e del suo numero di ruolo, delle parti, del titolo esecutivo, nonché l'attestazione che il credito persiste e la data del deposito del ricorso per intervento (se la notifica viene effettuata dal creditore intervenuto). La dichiarazione andrà poidepositata entro dieci giorni dall'ultima notifica nel fascicolo dell'esecuzione, a pena di inefficacia della stessa.
Scopo della norma è consentire, attraverso la liberazione del terzo dagli obblighi di custodia, lo svincolo di somme assoggettate a pignoramento da lungo tempo, soprattutto quando il debitore sia una pubblica amministrazione, senza che vi sia un reale interesse al mantenimento del vincolo per le ragioni più varie: vuoi perché il creditore è già stato soddisfatto e non ha più interesse a coltivare il pignoramento, vuoi perché il processo esecutivo si trova in fase di quiescenza a seguito di opposizione o di sospensione dell'efficacia del titolo esecutivo posto a base della stessa, vuoi perché l'ordinanza di assegnazione è resa nei confronti di uno o alcuni soltanto dei terzi pignorati, con la conseguenza che gli altri, ignari della conclusione del processo esecutivo, rischiano di mantenere indefinitamente inalterato il vincolo, in assenza della comunicazione di un provvedimento del giudice dell'esecuzione che li liberi.
L'art. 551-bis, comma 4 c.p.c. stabilisce, peraltro, che la liberazione del terzo in mancanza della tempestiva notificazione della dichiarazione di interesse non è contestuale allo spirare del termine decennale, ma avviene dopo che sono decorsi ulteriori sei mesi, per esigenze di coordinamento con la previsione contenuta nel nuovo comma 5 dell'art. 553 c.p.c., a mente del quale l'ordinanza di assegnazione tempestivamente pronunciata entro il termine di efficacia del pignoramento può essere notificata nei sei mesi successivi alla scadenza del medesimo termine di efficacia.
Per quanto riguarda, invece, l'estinzione del processo esecutivo, essa si verifica di diritto decorsi dieci anni dalla notifica al terzo del pignoramento o della successiva dichiarazione di interesse o dall'ultima delle notifiche, se più sono i terzi (art. 551-bis, comma 5, c.p.c.); poiché il comma 6 dell'art. 551-bis c.p.c. stabilisce che le nuove disposizioni – inclusa quella relativa all'estinzione – operano anche se l'esecuzione è sospesa, potrebbe escludersi la necessità di pronunciare un provvedimento ai sensi dell'art. 630 c.p.c. (che, per effetto delle modifiche apportate sempre dal d.l. n. 19/2024, convertito in l. n. 56/2024, va comunicato dal cancelliere non solo alle parti, ma anche ai terzi pignorati muniti di indirizzi di posta elettronica certificata risultanti da pubblici elenchi o che hanno eletto domicilio digitale speciale ai sensi del codice dell'amministrazione digitale), atteso che, non essendovi udienze fissate, non potrebbe trovare applicazione la previsione contenuta nell'art. 630, comma 2, c.p.c., in virtù della quale l'estinzione è dichiarata, anche d'ufficio, con ordinanza emessa non oltre la prima udienza successiva al verificarsi della stessa.
La nuova notifica dell'ordinanza di assegnazione
Un'ulteriore novità riguarda l'ordinanza di assegnazione emessa ai sensi dell'art. 553 c.p.c.e, in particolare, la sua notifica al terzo pignorato.
In primo luogo, il d.l. n. 19/2024, convertito in l. n. 56/2024, ha inserito nell'art. 553 c.p.c. un nuovo ultimo comma, in forza del quale l'ordinanza di assegnazione è comunicata dalla cancelleria ai terzi pignorati muniti di indirizzi di posta elettronica certificata risultanti da pubblici elenchi o che hanno eletto domicilio digitale speciale ai sensi del codice dell'amministrazione digitale, con lo scopo di renderla immediatamente conoscibile.
Fermo restando ciò, l'obbligo di pagamento del terzo nei confronti del creditore sorge solo dopo che questi gli ha notificato l'ordinanza di assegnazione accompagnata da una dichiarazione contenente i dati necessari per il pagamento previsti dall'art. 169-septies disp. att. c.p.c. (disposizione anch'essa aggiunta dal d.l. n. 19/2024, convertito in l. n. 56/2024), vale a dire:
il numero di ruolo della procedura, l'indicazione del titolo esecutivo, i dati anagrafici e il codice fiscale del creditore e, se diverso, anche del destinatario del pagamento;
l'importo dovuto, con specificazione degli interessi, degli accessori e delle spese;
l'identificativo del conto di pagamento o l'indicazione di altra modalità di esecuzione del pagamento.
La nuova disposizione mira, da un lato, a evitare che il terzo venga strumentalmente messo nelle condizioni di non potere pagare spontaneamente e tempestivamente quanto dovuto in forza dell'ordinanza di assegnazione, restando così esposto al rischio di vedersi chieste somme ulteriori (come avverrebbe se il provvedimento conclusivo dell'espropriazione fosse notificato direttamente insieme al precetto, visto che la sua comunicazione a cura della cancelleria non surroga la mancata notifica da parte del creditore assegnatario) e, dall'altro lato, a garantire che il terzo sia in grado di adempiere esattamente, evitando che, dopo e nonostante il pagamento spontaneo, residuino crediti insoddisfatti che potrebbero dare la stura a ulteriori azioni esecutive promosse dal creditore (posto che, come noto, l'ordinanza di assegnazione costituisce titolo esecutivo nei confronti del terzo pignorato).
In secondo luogo, il nuovo comma 5 dell'art. 553 c.p.c. stabilisce che, quando sia stata emessa entro il decennio considerato dal comma 1 dell'art. 551-bis c.p.c., l'ordinanza di assegnazione diviene inefficace se non è stata notificata – deve intendersi, unitamente alla dichiarazione contenete i dati per il pagamento prescritti dall'art. 169-septies disp. att. c.p.c. – entro i sei mesi successivi alla scadenza del medesimo termine decennale, eventualmente rinnovato per effetto della dichiarazione d'interesse resa e notificata dal creditore prima che sia venuto a compimento. Può, pertanto, concludersi che, indipendentemente da quando sia stata emessa, l'ordinanza di assegnazione perde comunque efficacia una volta decorso il termine di dieci anni e sei mesi dalla notifica del pignoramento dal quale ha tratto origine ovvero dalla notifica della manifestazione di interesse alla prosecuzione dell'esecuzione prevista dall'art. 551-bis c.p.c.
Il comma 4 dell'art. 553 c.p.c., inoltre, stabilisce che i crediti assegnati cessano di produrre interessi nei confronti del debitore e del terzo se l'ordinanza di assegnazione non è notificata al terzo entro novanta giorni dalla sua pronuncia o dalla sua comunicazione, unitamente alla dichiarazione contenente le indicazioni per il pagamento predisposta a termini dell'art. 169-septies disp. att. c.p.c.; gli interessi riprendono a decorrere dalla data della notifica dell'ordinanza e della dichiarazione.
In questo modo, il legislatore ha inteso sollecitare il creditore assegnatario a non tardare opportunisticamente l'adempimento, per lucrare ai danni del terzo somme maggiori attraverso la maturazione di interessi.
Vuoi leggere tutti i contenuti?
Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter continuare a
leggere questo e tanti altri articoli.