Intelligenza artificiale: applicazioni innovative in condominio
28 Aprile 2025
Introduzione. Il quadro normativo La consapevolezza della rivoluzione informatica ha assunto una incidenza sulla vita individuale e collettiva, configurando una “società digitale” con un l'utilizzo sempre maggiore di impiego di strumenti digitali nella quotidianità. In questo contesto, l'evoluzione tecnologica fa sì che le “macchine” dispongano ormai di margini di auto-apprendimento, autoorganizzazione, auto-decisione. In tal contesto, si pone l'analisi dell'etica, del diritto e del dibattito pubblico sulla regolamentazione della “intelligenza artificiale” (d'ora in poi, breviter, solo IA). In materia, la legge sull'IA (Regolamento UE 2024/1689 del Parlamento e del Consiglio del 13 giugno 2024) è il primo quadro giuridico globale in assoluto sull'IA a livello mondiale. L'obiettivo delle norme è promuovere un'IA affidabile in Europa, la normativa stabilisce una serie chiara di norme basate sul rischio per gli sviluppatori e gli operatori di IA per quanto riguarda gli usi specifici dell'IA. La legge in esame fa parte di un pacchetto più ampio di misure politiche a sostegno dello sviluppo di un'IA affidabile e misure che garantiscono la sicurezza e i diritti in tutta l'UE. Per agevolare la transizione verso il nuovo quadro normativo, la Commissione ha varato il patto per l'IA, un'iniziativa volontaria che mira a sostenere la futura attuazione, a dialogare con i portatori di interessi e a invitare i fornitori e gli operatori di IA provenienti dall'Europa e da altri paesi a rispettare in anticipo gli obblighi fondamentali della legge sull'IA. Quanto all'Italia, il Senato della Repubblica ha approvato, in data 20 marzo 2025, il ddl n. 1146/2024, di iniziativa governativa, contenente “Disposizioni e delega al Governo in materia di intelligenza artificiale”. L'attuale versione recepisce in parte le indicazioni della Commissione Europea che aveva rilevato disallineamenti e contrasti, segnalati nell'àmbito del parere C (2024) 7814 inviato all'Italia il 5 novembre 2024. Tra i vari aspetti, il disegno di legge prevede il rispetto dei diritti fondamentali e delle libertà previsti dall'ordinamento italiano ed europeo e, soprattutto, il rispetto dell'autonomia e del potere decisionale umano. Per quest'ultima finalità, occorre assicurare la trasparenza, l'assicurazione della sorveglianza e del controllo umano e l'esercizio delle funzioni e competenze delle “istituzioni territoriali”, sulla base dei princìpi di autonomia e sussidiarietà. L'utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale non deve recare pregiudizio allo svolgimento con metodo democratico della vita istituzionale e politica. L'uso dell'IA nel mondo del lavoro L'art. 11 del ddl n. 1146/2024 istituisce, presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, l'Osservatorio (presieduto dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali) sull'adozione di sistemi di intelligenza artificiale nel mondo del lavoro, al fine di contenere i rischi derivanti dall'impiego dei sistemi di IA in ambito lavorativo, massimizzando i benefici. Per la suddetta finalità, all'Osservatorio viene attribuito il compito di:
Quanto alle attività professionali - intellettuali, l'art. 12 del ddl n. 1146/2024 limita alle attività strumentali e di supporto la possibile finalità di utilizzo dei sistemi di intelligenza artificiale nelle professioni intellettuali e specifica che, nell'àmbito di queste ultime, l'attività professionale deve restare contraddistinta dalla prevalenza del lavoro intellettuale oggetto della prestazione d'opera. In particolare, le norme prevedono alle citate attività strumentali e di supporto che l'eventuale utilizzo dei medesimi sistemi sia oggetto di informativa ai clienti da parte dei professionisti in esame. Secondo il Dossier del Senato del 19 marzo 2025, la disciplina è, dunque, inerente ai contratti di prestazione d'opera intellettuale e non anche a contratti (quali, per esempio, i contratti di edizione) di cessione o utilizzo di opere intellettuali precedentemente realizzate senza un incarico sottostante - opere che restano quindi al di fuori della disciplina limitativa in oggetto. Il pensiero critico umano deve sempre risultare prevalente rispetto all'uso degli strumenti di intelligenza artificiale. Il requisito di prevalenza appare, dunque, con riferimento al profilo della qualità della prestazione (e non implica una prevalenza anche di tipo quantitativo). Le informazioni relative ai sistemi di intelligenza artificiale utilizzati dal professionista devono essere comunicate al soggetto destinatario della prestazione intellettuale con linguaggio chiaro, semplice ed esaustivo (nel rispetto del rapporto fiduciario tra professionista e cliente). Riguardo all'uso dei sistemi di intelligenza artificiale da parte dei professionisti, nella relazione alla delega al Governo in materia di intelligenza artificiale presentato in Senato 20 maggio 2024, viene indicata la “previsione, da parte degli ordini professionali, di percorsi di alfabetizzazione e formazione, per i professionisti e per gli operatori dello specifico settore, all'uso dei sistemi di intelligenza artificiale; previsione della possibilità di riconoscimento di un equo compenso modulabile sulla base delle responsabilità e dei rischi connessi all'uso dei sistemi di intelligenza artificiale”. L'impiego dei sistemi di intelligenza artificiale nell'attività giudiziaria L'art. 14 del ddl n. 1146/2024 detta norme generali per l'utilizzo dei sistemi di intelligenza artificiale in àmbito giudiziario. La formulazione è volta a delimitare in maniera precisa gli ambiti nei quali l'impiego di sistemi di intelligenza artificiale è consentito nello svolgimento dell'attività giudiziaria propriamente detta e delle attività ad essa collaterali. Il Legislatore, in particolare, prevede che in caso di utilizzo dei sistemi di intelligenza artificiale sono sempre riservate al magistrato le decisioni concernenti:
Secondo una prima interpretazione, per le decisioni sopra elencate, che costituiscono il nucleo fondamentale e più sensibile nell'esercizio della giurisdizione, viene esclusa qualsiasi possibilità di fare ricorso all'intelligenza artificiale. La disposizione, dunque, non consentirebbe l'impiego dei sistemi di AI riconducibili alla c.d. giustizia predittiva, ovvero di sistemi che, sulla base di un modello statistico elaborato in maniera autonoma dal sistema stesso a seguito dell'analisi di una mole significativa di atti giuridici, sono in grado di formulare una previsione che può giungere fino al possibile esito di un giudizio. Rispetto all'originaria formulazione del testo, non è più presente il riferimento all'utilizzo dei sistemi di intelligenza artificiale per le attività di ricerca giurisprudenziale e dottrinale, per le quali - secondo il Dossier del Senato del 19 marzo 2025 - deve intendersi consentito l'utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale. Difatti, si legge nel citato Dossier “la Commissione giustizia del Senato con riferimento alla disposizione in commento ha reso parere rilevando la necessità del ripristino della formulazione originale del primo periodo del comma 1 dell'art. 14, nel testo presentato al Senato, che consentiva l'utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale per l'attività giudiziaria finalizzato alle sole attività strumentali e di supporto, ovvero per l'organizzazione e la semplificazione del lavoro giudiziario nonché per la ricerca giurisprudenziale e dottrinale”. L'art. 15 del d.d.l. n. 1146/2024 affida al Tribunale la competenza in materia di procedimenti riguardanti il funzionamento di un sistema di intelligenza artificiale. Più nel dettaglio, l'articolo in commento modifica l'art. 9, comma 2, c.p.c. al fine di introdurre, tra le materie di esclusiva competenza del Tribunale, quelle hanno ad oggetto il funzionamento di un sistema di intelligenza artificiale, escludendo pertanto la competenza del giudice di pace in tali materie.
L'intelligenza artificiale: generativa e predittiva L'intelligenza artificiale generativa usa i dati per creare nuovi contenuti, l'IA predittiva, al contrario, si serve dei dati per prevedere o dedurre un evento altamente probabile che potrebbe verificarsi in futuro. Questo spiega l'entusiasmo di molte aziende nei confronti dell'intelligenza artificiale. Tuttavia, l'IA generativa e l'IA predittiva presentano notevoli differenze. Con l'evoluzione dell'IA, distinguere tra queste due tipologie è necessario per capire le loro funzionalità. In base al prompt immesso dall'utente.
Le c.d. allucinazioni dell'IA Le allucinazioni nell'AI si riferiscono a situazioni in cui un sistema di intelligenza artificiale produce output che non sono basati sulla realtà o sulla verità oggettiva. In altre parole, l'AI genera informazioni che non corrispondono alla realtà o che non sono coerenti con i dati di input forniti. Sintomi di un'allucinazione possono essere un'incoerenza generalizzata del contesto, oppure la presenza di informazioni che vanno contro le conoscenze oggettive consolidate. Per comprendere se un output è viziato da un'allucinazione, occorre confrontare le risposte dell'AI con quelle di altri modelli o esperti umani. In materia, tra i primi approdi giurisprudenziali, il giudice (Trib. Firenze 14 marzo 2025), chiamato a decidere su un reclamo in materia di uso di marchi contraffatti e vendita dei relativi prodotti, è intervenuto incidentalmente sull'utilizzo dell'intelligenza artificiale nel contesto processuale. Sul punto, il reclamante aveva rilevato l'errore di verifica della veridicità delle ricerche effettuate e, sottolineando l'abusivo utilizzo dello strumento processuale, aveva chiesto la condanna di controparte ex art. 96 c.p.c. per aver in questo modo influenzato la decisione del collegio. In particolare, si legge testualmente nel provvedimento in oggetto che “sulla sola questione inerente i precedenti giurisprudenziali oggi contestati, altrimenti ledendo il principio del contraddittorio, il difensore della società costituita ha dichiarato che i riferimenti giurisprudenziali citati nell'atto sono stati il frutto della ricerca effettuata da una collaboratrice di studio mediante lo strumento dell'intelligenza artificiale “…”, del cui utilizzo il patrocinatore in mandato non era a conoscenza. L'IA avrebbe dunque generato risultati errati che possono essere qualificati con il fenomeno delle cc.dd. allucinazioni di intelligenza artificiale, che si verifica allorché l'IA inventi risultati inesistenti ma che, anche a seguito di una seconda interrogazione, vengono confermati come veritieri”. A parere del giudice fiorentino, in questo caso, lo strumento di intelligenza artificiale avrebbe inventato dei numeri asseritamente riferibili a sentenze della Corte di Cassazione inerenti all'aspetto soggettivo dell'acquisto di merce contraffatta il cui contenuto, invece, non aveva nulla a che vedere con tale argomento. L'impiego dell'IA nel condominio Nell'attesa di una regolamentazione nazionale e, soprattutto, di una “alfabetizzazione” e “maggiore consapevolezza” dell'applicazione dell'IA nel settore immobiliare, possiamo ipotizzare e valutare lo strumento in esame per migliorare alcuni contesti del mondo condominiale, con l'applicazione dei due concetti esaminati fondamentali dell'IA: generativa e predittiva. Pertanto, lo scopo della presente trattazione è quella di “iniziare” a focalizzare “possibili” ambiti dell'IA al fine di porre agli operatori del diritto (professionisti di vario genere) l'idea concettuale e pratica delle prossime applicazioni dell'evoluzione digitale applicate nel nostro habitat quotidiano, avendo sempre cura di leggere tra le righe […] “IA può commettere errori. Assicurati di verificare le informazioni importanti”. a) Soluzioni fornite dall'IA generativa Nell'àmbito di una consultazione con gli strumenti a disposizione e, quindi, di “interrogazioni” sulle possibili soluzioni nel contesto condominiale, l'AI ha suggerito alcune “soluzioni” per migliore gli edifici con l'evoluzione tecnologica.
b) Soluzioni fornite dall'IA predittiva L'intelligenza artificiale predittiva è una tecnologia che, analizzando grandi quantità di dati storici e in tempo reale, è in grado di prevedere eventi futuri o comportamenti ricorrenti. In parole semplici: l'IA osserva cosa succede oggi, impara dai dati passati, e ti dice cosa succederà domani. Secondo l'IA, la gestione predittiva non sostituisce l'amministratore, ma lo potenzia: lo trasforma in un gestore proattivo, capace di prevedere e non solo di reagire. Un condominio che usa queste tecnologie diventa più efficiente, sicuro, sostenibile e ben gestito.
In conclusione L'introduzione dell'intelligenza artificiale (IA) nella gestione condominiale rappresenta una trasformazione significativa che offre numerose opportunità ma anche nuove sfide. Come ogni innovazione tecnologica, l'IA può essere un potente strumento… “ma solo se utilizzato in modo consapevole e responsabile”. Per avere un condominio “smart e tecnologico”, occorrono amministratori capaci di comunicare ai residenti i vantaggi delle nuove tecnologie. L'amministratore può infatti favorire l'innovazione e la sostenibilità ambientale mettendo questi temi all'ordine del giorno, evidenziando anche i vantaggi economici che ne derivano: risparmi sui costi energetici e un aumento del valore degli immobili. Ma, occorre anche considerare le “criticità obbiettive attuali”: le tecnologie basate su IA richiedono investimenti iniziali significativi (sensori, piattaforme software, formazione), e, purtroppo, non tutti i condominii sono pronti o disposti a sostenerli. La digitalizzazione non è sempre alla portata di tutti, specialmente nei contesti più piccoli o con residenti anziani. Questo può creare fratture tra chi si adatta facilmente all'uso delle nuove tecnologie e chi invece le percepisce come una barriera. Inoltre, troppa automazione può generare dipendenza da sistemi tecnologici complessi, per cui, se il sistema si blocca o viene compromesso (es. cyberattacco), l'intera gestione può andare in crisi. L'intelligenza artificiale rappresenta un'opportunità concreta per modernizzare la gestione condominiale, rendendola più efficiente, trasparente e sostenibile, ma il suo impatto non è neutro: richiede attenzione agli aspetti etici, economici, sociali e soprattutto pratici di una già di per sé “complessa realtà condominiale” con ritardi di gestione, morosità, strutture inadeguate, immobili privi di manutenzione, ecc. La strada è lunga e permeata di ostacoli, ma necessaria in questa fase storica di rivoluzione informatica. Come tutte le novità, occorrono approcci pratici per gli amministratori e, soprattutto, un'ampia attività di comunicazione con i condomini. In tutto ciò, il Legislatore deve consentire “a tutti” la possibilità di fruire di una pubblica alfabetizzazione e di incentivi/detrazioni fiscali per la realizzazione di innovazioni tecnologiche. In conclusione: AI e vita condominiale? Sì, prevedere (prima) per non riparare (dopo) ma con le dovute cautele e riflessioni.
Riferimenti Disposizioni e deleghe al Governo in materia di intelligenza artificiale, in Senato.it, 20 marzo 2025; Tarantino, La nuova direttiva europea “case green” sull'efficienza energetica degli edifici,in IUS Condominioelocazione.it, 5 febbraio 2025. |