La non impugnabilità della proposta di accordo bonario formulata dall’amministrazione ex art. 205 d.lgs. 50/2016
24 Aprile 2025
La fattispecie. Al fine di prevenire il sorgere di una lite sull'esatta quantificazione di alcune riserve apposte dall'appaltatore nel registro di contabilità e relative all'adeguamento dei prezzi, l'amministrazione attivava il procedimento di accordo bonario (di cui all'art. 205 d.lgs. n. 50/2016 ratione temporis vigente) e, all'esito di tale “procedimento”, formalizzava una proposta conciliativa nei confronti dell'appaltatore. L'appaltatore, ritenendo la proposta ricevuta inidonea a prevenire il sorgere di una futura lite, ricorreva dinanzi al TAR Trieste chiedendone l'annullamento. La soluzione del TAR Trieste. In via preliminare, il TAR Trieste ha verificato se la proposta di accordo bonario formulata dall'amministrazione (ex art. 205 d.lgs. n. 50/2016) costituisca o meno un provvedimento amministrativo che possa essere impugnato con l'azione di annullamento. Come si legge in sentenza la proposta di accordo bonario «pur inserita all'interno di un iter sotto certi aspetti formalizzato e procedimentalizzato, non è un atto impugnabile con l'azione di annullamento davanti al giudice amministrativo, giacché con essa l'Amministrazione non ha statuito, in via autoritativa e con l'incisione in via unilaterale di un interesse legittimo o di un diritto soggettivo della ricorrente, sulla spettanza (o sulla non spettanza)» di un bene della vita, nel caso di specie il riconoscimento del diritto all'adeguamento dei prezzi. La proposta di accordo bonario costituisce quindi “una semplice proposta” che, nel caso di specie, non contiene nemmeno alcuna «definitiva presa di posizione dell'Amministrazione nel senso dell'applicazione, non applicazione o precisa e definitiva quantificazione dell'adeguamento prezzi richiesto» e, pertanto, non può essere qualificata -come diversamente argomentato dalla ricorrente- quale provvedimento applicativo dell'adeguamento dei prezzi impugnabile ex art. 133, comma 1, lett. e), n. 2). In conclusione, ad avviso del Collegio, la proposta di accordo bonario formulata dall'amministrazione ex art. 205 d.lgs. n. 50/2016 «non ha natura provvedimentale, non avendone né la sostanza né la forma» e la relativa azione di annullamento deve essere dichiarata inammissibile perché ha ad oggetto un atto che «non è quindi lesivo di alcuna posizione giuridica della ricorrente». Alla luce di tali ragioni il TAR Trieste respingeva il ricorso dichiarandolo inammissibile. |