La mediazione delegata determina l’improcedibilità della domanda?
08 Aprile 2025
La mediazione delegata ex art. 5-quater, d.lgs. n. 28/2010 costituisce un obbligo per le parti, laddove disposta da parte del giudice, il cui mancato esperimento entro il termine dell'udienza di rinvio fissata per verifica dell'esito conciliativo determina l'improcedibilità della domanda, come affermato anche dalla giurisprudenza di legittimità (Cass. civ., sez. II, 14 dicembre 2021, n. 40035). Nel caso della mediazione c.d. “delegata”, infatti, l'obbligatorietà della mediazione non deriva dall'oggetto/materia della controversia, ma da una valutazione operata dal giudice in relazione alla potenziale “mediabilità” della lite: di conseguenza, tale vaglio non può essere operato dalle parti al primo incontro informativo previsto dall'art. 8, d.lgs. n. 28/2010 perché è già stato effettuato dal giudice stesso, prima di decidere di demandare la promozione della procedura. Pertanto, il mediatore e le parti devono, già in sede di primo incontro, iniziare immediatamente la discussione sui profili di merito della controversia, onde tentare di trovare una composizione amichevole. Di conseguenza, la mediazione delegata, essendo un obbligo per la parte onerata dal giudice, è condizione di procedibilità e la sua mancata attivazione determina l'improcedibilità delle domande avanzate dalle parti. Nel caso di specie, il giudice, oltre a dichiarare le domande improcedibili, ha anche ravvisato il comportamento di lite temeraria ex art. 96 c.p.c. in capo alla parte appellante la quale, tra l'altro, ha sollecitato il giudice alla formulazione di una proposta conciliativa per poi omettere di attivare la procedura di mediazione delegata disposta. |