La rinuncia delle memorie ex art. 171-ter c.p.c
02 Aprile 2025
Per analizzare la questione della rinunciabilità alle memorie ex art. 171-ter c.p.c. bisogna iniziare dal contenuto e dalla funzione delle stesse. La norma in questione prevede la possibilità per le parti di depositare delle prime memorie integrative con cui proporre domande ed eccezioni conseguenti alla domanda riconvenzionale o alle eccezioni del convenuto o del terzo, precisare o modificare domande ed eccezioni già proposte (almeno 40 giorni prima dell'udienza). Prevede, poi, delle seconde memorie per replicare alle nuove domande o eccezioni, proporre eccezioni conseguenti e indicare mezzi di prova (almeno 20 giorni prima dell'udienza). Prevede, infine, delle ulteriori memorie per replicare alle nuove eccezioni e indicare prova contraria (almeno 10 giorni prima dell'udienza). Per consolidata giurisprudenza, in ossequio al principio dispositivo che regola il processo civile, è sempre possibile per le parti rinunciare a singoli atti processuali, così come restringere il thema decidendum, come affermato anche da recente giurisprudenza: «Il principio di irrilevanza delle sopravvenienze, stabilito dall'art. 5 c.p.c., essendo diretto a favorire la perpetuatio iurisdictionis e non ad impedirla, non trova applicazione ove il fatto sopravvenuto abbia attribuito la giurisdizione al giudice italiano adito che, al momento della proposizione della domanda, ne era privo, rimanendo così dinanzi a lui incardinato il giudizio. (Nella specie, la S.C. ha cassato la sentenza impugnata che, con riferimento a due domande connesse, aveva dichiarato il difetto di giurisdizione del giudice italiano sull'intero giudizio, non avvedendosi che la rinuncia della domanda rientrante nella giurisdizione del giudice straniero aveva fatto venir meno la forza attrattiva sulla domanda connessa, non oggetto di rinuncia, sulla quale tornava ad espandersi la giurisdizione del giudice italiano)» (Cass. civ., sez. un., 7 febbraio 2024, n. 3453). Basandosi su tali principi di ordine generale, non modificati dalla recente riforma processuale e dal suo Correttivo, è possibile concludere che le parti possono legittimamente rinunciare alle memorie ex art. 171-ter c.p.c., dato che la rinuncia costituirebbe l'espressione del principio dispositivo che caratterizza il processo civile. Infatti, le parti sono libere di non avvalersi delle facoltà processuali loro concesse, inclusa quella di depositare memorie integrative. La rinuncia potrà avvenire sia espressamente, mediante dichiarazione della parte, ovvero tacitamente, attraverso il mancato deposito delle memorie stesse nei termini previsti. Trattandosi di un potere dispositivo riconosciuto in capo alla parte non sarà richiesta l'accettazione delle altre parti, poiché appunto tale rinuncia costituisce una mera facoltà processuale il cui mancato esercizio non pregiudica le posizioni delle controparti. |