Il ricorso straordinario per Cassazione avverso i provvedimenti temporanei emessi nei procedimenti sulla crisi familiare

01 Aprile 2025

La S.C. chiarisce che, in ambito di crisi familiare, sia i provvedimenti temporanei e urgenti assunti all'esito dell'udienza di comparizione sia quelli temporanei assunti in corso di causa sono suscettibili di ricorso per Cassazione ex art. 111 Cost. quando incidono fortemente sul rapporto genitori/figli

Massima

In tema di ricorso straordinario per Cassazione, l'impugnabilità dei provvedimenti assunti in sede di reclamo ai sensi dell'art. 473-bis.24, comma 5, c.p.c. (nel testo previgente alle modifiche apportate dal d.lgs. n. 164/2024), nella parte in cui menziona i provvedimenti che prevedono «sostanziali modifiche dell'affidamento e della collocazione dei minori», si riferisce ai provvedimenti temporanei e urgenti assunti all'esito dell'udienza di comparizione e a quelli temporanei assunti in corso di causa che intervengono in modo incisivo e invasivo sulla relazione tra genitori e figli, trasformandola in senso altamente peggiorativo per uno o entrambi i genitori.

Il caso

Tizia adiva, con reclamo ex art. 473-bis.24 c.p.c., la Corte d’appello, impugnando l’ordinanza del giudice delegato del Tribunale resa all’esito dell’udienza di comparizione in sede di separazione con domanda cumulativa di scioglimento del matrimonio contratto con Caio.

In particolare, la reclamante censurava l’ordinanza impugnata nella parte in cui aveva disposto il collocamento paritario della figlia minore.

La Corte d’appello riformava l’ordinanza disponendo il collocamento prevalente della minore presso la madre sottolineando che la tenera età della minore (poco più di tre anni compiuti nel novembre del 2023) avrebbe dovuto indurre il primo giudice, nell’interesse preminente della stessa e nella considerazione del particolare rapporto con la madre, oltre che nella considerazione del maggior tempo disponibile della medesima, a limitare il ricorso al principio del collocamento paritetico.

Avverso tale pronuncia Caio proponeva ricorso straordinario per Cassazione.

La questione

La Corte di cassazione ha chiarito quali sono i provvedimenti provvisori suscettibili di ricorso straordinario per Cassazione ai sensi dell’art. 473-bis.24, ult. comma, c.p.c.

Le soluzioni giuridiche

L'art. 473-bis.24 c.p.c. (nella versione originaria) dopo aver previsto, al comma 1, la proponibilità del reclamo alla Corte d'appello contro i provvedimenti temporanei e urgenti assunti all'esito dell'udienza di comparizione, al successivo comma 2, stabilisce: «È altresì ammesso reclamo contro i provvedimenti temporanei emessi in corso di causa che sospendono o introducono sostanziali limitazioni alla responsabilità genitoriale, nonché quelli che prevedono sostanziali modifiche dell'affidamento e della collocazione dei minori ovvero ne dispongono l'affidamento a soggetti diversi dai genitori», ed al comma 5 dispone: «Avverso i provvedimenti di reclamo pronunciati nei casi di cui al secondo comma è ammesso ricorso per cassazione ai sensi dell'art. 111 della Costituzione».

La S.C. nella pronuncia in commento ha evidenziato che tale previsione individua, come ricorribili per Cassazione, i provvedimenti assunti in sede di reclamo, guardando non alla tipologia dei provvedimenti temporanei adottati dal Tribunale (provvedimenti temporanei emessi all'esito della prima udienza o in corso di causa), ma al contenuto delle statuizioni emesse (provvedimenti che sospendono o introducono sostanziali limitazioni alla responsabilità genitoriale, quelli che prevedono sostanziali modifiche dell'affidamento e della collocazione dei minori ovvero ne dispongono l'affidamento a soggetti diversi dai genitori).

In altre parole, il riferimento ai «provvedimenti di reclamo pronunciati nei casi di cui al secondo comma» serve ad individuare i casi in cui il giudice ha pronunciato provvedimenti che abbiano quel carattere particolarmente incisivo sul rapporto tra genitore e figli individuato dalla norma.

I Giudici di legittimità hanno, invero, evidenziato che non avrebbe alcuna giustificazione una diversa interpretazione che escluda dalla possibilità di ricorrere per Cassazione i provvedimenti assunti all'esito dell'udienza di comparizione - sebbene sospendano o introducono sostanziali limitazioni alla responsabilità genitoriale o prevedano sostanziali modifiche dell'affidamento e della collocazione dei minori, ovvero dispongano l'affidamento di questi ultimi a soggetti diversi dai genitori – consentendo invece l'esperimento di tale mezzo di impugnazione contro i provvedimenti che producano gli stessi effetti, ma siano assunti in corso di causa.

Anche i provvedimenti temporanei emessi all'esito dell'udienza di comparizione sono invero pronunciati in corso di causa e, in termini di disciplina, si differenziano dagli altri provvedimenti temporanei solo perché, essendo emessi a seguito di una valutazione sommaria, quando il processo è appena iniziato, sono sempre reclamabili, mentre gli altri provvedimenti temporanei sono reclamabili sono nei casi in cui contengano le statuizioni indicate all'art. 473-bis.24, comma 1, n. 2 c.p.c. (prima comma 2).

Si tratta, in entrambi i casi, di statuizioni suscettibili di essere travolte dalla decisione finale e che, in corso di causa, possono essere modificate o revocate, in presenza di fatti sopravvenuti o di nuovi accertamenti istruttori (art. 473-bis.23 c.p.c.), ma che, incidendo in modo invasivo sul rapporto tra genitori e figli, sono assoggettate a un più rigoroso controllo, volto ad evitare che, durante lo svolgimento del giudizio, i provvedimenti, pur temporanei, possano arrecare un pregiudizio grave ed irreparabile ai soggetti coinvolti nella crisi familiare per il tempo in cui sono in vigore.

La S.C. ha, dunque, chiarito che i provvedimenti temporanei e urgenti emessi all'esito dell'udienza di comparizione sono sempre reclamabili, ma non sono sempre ricorribili per Cassazione, essendo tale rimedio previsto solo nel caso in cui, come avviene per tutti i provvedimenti temporanei adottati in corso di causa, sospendano o introducano sostanziali limitazioni alla responsabilità genitoriale oppure prevedano sostanziali modifiche dell'affidamento e della collocazione dei minori o dispongono l'affidamento di questi ultimi a soggetti diversi dai genitori.

Osservazioni

La S.C. nella pronuncia in commento ha anche provveduto ad individuare quali siano quei provvedimenti che «prevedono sostanziali modifiche dell'affidamento e della collocazione dei minori ovvero ne dispongono l'affidamento a soggetti diversi dai genitori».

Al riguardo, nella vigenza della disciplina anteriore al d.lgs. n. 149/2022, si è ritenuto che i provvedimenti giudiziali che statuiscono sulle modalità di frequentazione e visita dei figli minori sono ricorribili per Cassazione nella misura in cui il diniego si risolva nella negazione della tutela giurisdizionale a un diritto fondamentale, quello alla vita familiare, sancito dall'art. 8 CEDU, accadendo ciò quando tali statuizioni risultino a tal punto limitative ed in contrasto con il tipo di affidamento scelto da violare il diritto alla bigenitorialità, inteso quale presenza comune dei genitori nella vita del figlio, idonea a garantire a quest'ultimo una stabile consuetudine di vita e salde relazioni affettive con entrambi i genitori, tenuti a cooperare nell'assistenza, educazione e istruzione della prole (cfr. Cass. civ., sez. I, 9 aprile 2024, n. n. 9442; Cass. civ. sez. I, 5 gennaio 2024, n. 332; Cass. civ. sez. I, 17 novembre 2023, n. 32013; Cass. civ. sez. I, 14 febbraio 2022, n. 4796; Cass. civ. sez. I, 8 aprile 2019, n. 9764).

In effetti, la determinazione dei tempi di presenza dei minori presso i genitori che non vivono più insieme connota il modo concreto con cui relazione tra genitore e figlio e, con essa, la responsabilità genitoriale può continuare ad esercitarsi, attribuendo al genitore uno spazio e un tempo nell'ambito del quale egli può continuare a svolgere la funzione parentale, con le connesse responsabilità, e assolvere così alle funzioni di cura, educazione ed istruzione, stabilite dalla legge.

L'esigenza del minore di avere una stabile organizzazione di vita, di mantenere le sue abitudini e l'ambiente domestico che gli è consueto può comportare una suddivisione dei tempi non paritaria, ma lo spazio temporale della frequentazione con il genitore non convivente — salvo che limitazioni imposte dall'interesse del minore, quando quest'ultimo non sia inadeguato alla funzione — non può essere eccessivamente compresso e privato del tutto di momenti significativi (i pasti comuni, i pernottamenti) poiché la relazione familiare ne potrebbe risultare compromessa (cfr. Cass. civ., sez. I, 9 aprile 2024, n. 9442).

Alla luce di tali considerazioni la S.C. ha ritenuto che l'impugnabilità per cassazione dei provvedimenti assunti in sede di reclamo ai sensi dell'art. 473-bis.24, ult. comma, c.p.c. (nel testo previgente alle modifiche apportate dal d.lgs. n. 164/2024), nella parte in cui menziona i provvedimenti che prevedono «sostanziali modifiche dell'affidamento e della collocazione dei minori», si riferisce ai provvedimenti temporanei e urgenti assunti all'esito dell'udienza di comparizione e a quelli temporanei assunti in corso di causa che intervengono in modo incisivo e invasivo sulla relazione tra genitori e figli, trasformandola in senso altamente peggiorativo per uno o entrambi i genitori.

Riferimenti

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.