La prova del vincolo di subordinazione richiede un accertamento in fatto anche sulla base di indici sintomatici

Teresa Zappia
10 Gennaio 2025

La sola continua presenza del lavoratore presso la sede datoriale non può fondare l'accertamento del vincolo di subordinazione.

In caso di prestazioni di natura intellettuale, l'esistenza di un rapporto di lavoro subordinato può essere ritenuta sulla base della sola continua presenza del lavoratore presso la sede datoriale? Tale continuità può determinare un'inversione dell'onere probatorio?

In linea con l'orientamento giurisprudenziale in materia, costituisce requisito fondamentale del rapporto di lavoro subordinato il vincolo di soggezione del lavoratore al potere direttivo, organizzativo e disciplinare del datore, il quale discende dall'emanazione di ordini specifici, oltre che dall'esercizio di una assidua attività di vigilanza e controllo dell'esecuzione delle prestazioni lavorative. L'esistenza di tale potere deve essere concretamente apprezzata, considerando la specificità delle mansioni conferite al lavoratore e il modo in cui esse vengono eseguite.

Pertanto, ai fini della distinzione tra rapporto di lavoro subordinato e rapporto di lavoro autonomo, occorre avere riguardo al concreto atteggiarsi del potere direttivo del datore. In caso di prestazioni di natura intellettuale o professionale l'assoggettamento del lavoratore alle direttive datoriali si presenta in forma attenuata, in quanto non agevolmente apprezzabile a causa dell'atteggiarsi del rapporto, sicché è necessario ricorrere a criteri complementari e sussidiari, anche se non espressamente indicati dalla legge, come quelli della collaborazione, della continuità delle prestazioni, dell'osservanza di un orario determinato, del versamento a cadenze fisse di una retribuzione prestabilita, del coordinamento dell'attività lavorativa all'assetto organizzativo dato dal datore, dell'assenza in capo al lavoratore di una sia pur minima organizzazione imprenditoriale.

Tuttavia, la sola presenza continua presso la sede di lavoro non può, di per sé sola, costituire prova determinante per accertare la sussistenza del vincolo di subordinazione, né da tale elemento fattuale potrebbe derivare un'inversione dell'onere probatorio.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.