Cessione del contratto di lavoro: il licenziamento irrogato dal cedente è valido anche per il cessionario?

Teresa Zappia
08 Gennaio 2025

Gli effetti del licenziamento intimato dal datore-cedente si producono anche nel rapporto tra lavoratore ceduto e datore-cessionario se la sentenza che dichiara legittimo il recesso interviene solo post cessione del contratto di lavoro.

Il cessionario del contratto di lavoro può fondare il licenziamento del lavoratore ceduto richiamando l'efficacia di un provvedimento espulsivo del cedente, sub iudice al momento della cessione, che è stato dichiarato legittimo solo in secondo grado e post cessione?

In termini generali, la cessione del contratto attua una successione a titolo particolare in tutti i rapporti attivi o passivi. Si trasmettono, quindi, non solo debiti e crediti ma anche obblighi strumentali, diritti potestativi, azioni, aspettative ricollegate alla volontà delle parti e all'esistenza del contratto, ivi compresa l'efficacia risolutiva di un licenziamento già intimato del cedente ed ancora sub iudice.

Infatti, dal momento che ai sensi dell'art. 1406 c.c. oggetto del contratto è la trasmissione del complesso unitario delle situazioni giuridiche attive e passive che derivano per ciascuna delle parti dall'esistenza del contratto, la cessione del contratto presuppone che l'oggetto dell'obbligazione rimanga immutato, realizzandosi soltanto una sostituzione soggettiva. Ne consegue che la successione di un datore ad un altro può attuarsi tramite la cessione del contratto di lavoro con il consenso del lavoratore che continua la prestazione della propria opera alle dipendenze del cessionario, con salvaguardia della posizione acquisita presso il cedente, ma anche con tutte le limitazioni derivanti dal contratto precedente, compresa l'efficacia di un licenziamento già intimato dal cedente, impugnato ed ancora sub iudice al momento della cessione, la cui legittimità sia accertata solo successivamente al mutamento della parte datoriale.

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