Azione di regresso dell’INAIL: per la decorrenza del termine triennale rileva il procedimento penale inerenti ai reati contravvenzionali?
31 Dicembre 2024
Il termine triennale di cui all'art. 112 d.P.R. n. 1124/1965 può decorrere dal decreto di archiviazione per reati contravvenzionali contestati al datore di lavoro (i.e. violazioni di norme antinfortunistiche)? Con riferimento al dies a quo del termine previsto dall'art. 112 d.P.R. n. 1124/1965, le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno chiarito che esso, ove non sia stato iniziato alcun procedimento penale, decorre dal momento di liquidazione dell'indennizzo al danneggiato, quale evento che costituisce il fatto certo e costitutivo del diritto sorto dal rapporto assicurativo. Tale principio è espressione della pacifica autonomia del sistema civilistico della rivalsa rispetto al sistema penale della responsabilità del datore ed è coerente con il venir meno della cd. pregiudiziale penale. L'INAIL, dunque, può agire in regresso indipendentemente dall'azione penale, esercitando un diritto che deriva direttamente dal rapporto di assicurazione e che è finalizzato al recupero delle somme erogate in favore del proprio assicurato. Nei casi in cui vi sia stata la liquidazione della prestazione in relazione all'infortunio e, successivamente, in relazione alla vicenda che ha determinato l'infortunio, sia iniziato un procedimento penale, il termine di prescrizione dell'azione di regresso dell'INAIL nei confronti del responsabile civile decorre dal giorno in cui la provvedimento penale è divenuto irrevocabile, purché il procedimento sia iniziato entro tre anni dal pagamento dell'indennizzo (o dalla costituzione della rendita). Tuttavia, il procedimento penale, affinché possa ritenersi utile a spostare in avanti il dies a quo per l'azione di regresso, deve essere attivato nei confronti dei soggetti verso i quali l'INAIL intende esercitare tale azione e deve afferire all'accertamento del reato di lesioni colpose, ovvero del reato di omicidio colposo, in relazione al fatto causativo dell'infortunio, restando invece irrilevante l'attivazione di altri procedimenti in sede penale. È, dunque, logico sostenere che l'attesa del giudizio penale - ai fini dello spostamento in avanti del dies a quo di decorrenza del termine triennale di cui all'art. 112 prefato- sia necessaria solo ove il giudizio penale investa la medesima condotta rilevante in sede civile, integrata in tutti i suoi elementi costitutivi, sicché non potrebbe tenersi conto di un procedimento penale afferente a reati contravvenzionali quali la violazione delle norme antinfortunistiche, dovendo esso avere ad oggetto il fatto causativo dell'evento lesivo e, quindi, l'infortunio stesso. |