Liquidazione del danno permanente alla salute: il sistema del c.d. punto variabile
02 Gennaio 2025
Nel caso di specie, data l'autonomia del danno morale da quello biologico, il giudice riconosce la liquidazione della componente del danno da sofferenza soggettiva interiore «atteso che, in base ad un ragionamento presuntivo (Cass. n. 25164 del 2020), può dirsi senza dubbio che al danno biologico di non lieve entità si sia sommata una sofferenza per il penoso stato di invalidità di Tizio, in uno agli interventi chirurgici che si sono resi necessari, nel frattempo, a causa delle lesioni riportate. Allo stesso tempo, l'attore non ha invece dimostrato di aver subito, dal punto di vista dinamico relazionale, patimenti diversi da quelli ordinariamente riconducibili al grado di invalidità accertato, tanto da giustificare una personalizzazione del danno, richiesta nella misura massima». In tema di liquidazione del danno permanente alla salute, la misura standard del risarcimento quantificabile in base al criterio equitativo uniforme adottato dai giudici di merito (il sistema del c.d. punto variabile recepito nelle tabelle del Tribunale di Milano), copre tutte le conseguenze dannose normali e indefettibili secondo l'id quod plurumque accidit, vale a dire quelle che qualunque persona con la medesima invalidità non potrebbe non subire, ivi compreso il cosiddetto danno da sofferenza soggettiva interiore o danno morale temporaneo. Tali conseguenze ordinarie non giustificano alcun aumento del risarcimento di base previsto per il danno non patrimoniale, non rilevando in senso contrario la circostanza che le conseguenze della menomazione incidano sulla vita quotidiana e sugli aspetti dinamico - relazionali della persona, in quanto tali conseguenze sono generali e inevitabili per tutti coloro che abbiano patito il medesimo tipo di lesione. |