Art. 275, comma 2-bis c.p.p. e procedimento minorile

04 Novembre 2024

L'art. 275, comma 2-bis, c.p.p., inserito dall'art. 4 legge 8 agosto 1995, n. 332, secondo cui non può essere disposta la misura della custodia cautelare se il giudice ritiene che con la sentenza penale possa essere concessa la sospensione condizionale della pena, è riferibile anche alle misure della permanenza in casa e del collocamento in comunità previste nel procedimento minorile .

Il caso e la questione controversa

La Corte di cassazione ha rigettato il ricorso avverso un'ordinanza del Tribunale per i Minorenni in funzione di riesame cautelare ai sensi dell'art. 309 c.p.p. che confermava il provvedimento adottato dal Giudice per le indagini preliminari di applicazione della misura del collocamento in comunità.

La questione è se l'art. 275, comma 2-bis c.p.p. – secondo cui non può essere disposta la misura della custodia cautelare se il giudice ritiene che con la sentenza possa essere concessa la sospensione condizionale della pena – sia riferibile anche alle misure della permanenza in casa e del collocamento in comunità previste nel procedimento minorile.

Il principio di diritto
Cass. pen., sez. I, 15 luglio 2021, n. 42449

«L'art. 275, comma 2-bis, c.p.p., inserito dall'art. 4 legge 8 agosto 1995, n. 332, secondo cui non può essere disposta la misura della custodia cautelare se il giudice ritiene che con la sentenza penale possa essere concessa la sospensione condizionale della pena, è riferibile anche alle misure della permanenza in casa e del collocamento in comunità previste nel procedimento minorile».

Il contrasto

La specialità del procedimento minorile

La sentenza in commento aderisce all'impostazione maggioritaria secondo cui anche le misure cautelari speciali previste per i minorenni - come la permanenza in casa ed il collocamento in comunità - sono assoggettate alla stessa disciplina delle misure custodiali, ai fini dell'applicazione della preclusione di cui all'art. 275, comma 2-bis c.p.p., in virtù della circostanza che anch'esse producono una rilevante compromissione della libertà personale.

Nello specifico, si evidenzia che le finalità proprie dall'istituto della sospensione condizionale della pena sono conformi a quelle inerenti al trattamento cautelare riservato ai minori: ed «invero, la ratio dell'eccezionalità dei vincoli cautelari restrittivi per i minorenni si connette alla funzione prettamente risocializzante propria di tale settore, anche alla luce degli esiti giudiziali come la causa estintiva del reato derivante dall'esito positivo della sospensione condizionale della pena».

Un siffatto ordine di idee è «preferibile perché di maggior garanzia per lo stesso minore», considerato anche che sembra «un controsenso non ammettere la sospensione condizionale della pena in presenza di misure cautelari ed, invece, ammetterla in sede di giudizio di merito» (tra le altre, Cass. pen., sez. IV, 12 aprile 2017, n. 34900, Rv. 270754; Cass. pen., sez. V, 13 aprile 2015, n. 44412, Rv. 265727; Cass. pen., sez. II, 12 giugno 2007, n. 35330, Rv. 237852).

Di diverso avviso è altro orientamento, secondo cui l'art. 275, comma 2-bis, c.p.p. non è riferibile alle misure della permanenza in casa e del collocamento in comunità previste nel procedimento minorile, attesa la radicale diversità di disciplina e di funzione di queste rispetto all'ordinaria misura custodiale: ed invero il combinato disposto degli artt. 1, 19, 21 e 22 d.P.R. 22 settembre 1988 n. 448, manifesta la specialità della misura della permanenza in casa e, quindi, la non riducibilità della specifica disciplina alla regolazione generale di cui all'art. 275 c.p.p.

In questo senso si osserva che la misura cautelare speciale della permanenza in casa presenta una struttura diversa da quella della detenzione domiciliare e della detenzione in carcere ed, inoltre, assolve a una più complessa finalità coerente alle linee di trattamento dei minorenni così come volute dal sistema. A conferma di ciò depone il fatto che, se sottoposto alla permanenza in casa, il minorenne viene considerato in stato di custodia cautelare ai soli fini della durata massima della misura e del calcolo della pena da scontare (Cass. pen., sez. IV, 17 ottobre 2017, n. 50077, Rv. 271277; Cass. pen., sez. IV, 22 febbraio 2007, n. 11993, Rv. 236285).

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