Rinuncia unilaterale abdicativa a un diritto: è soggetta al rimedio ex art. 2932 c.c.?

22 Febbraio 2024

In tema di esecuzione in forma specifica dell’obbligo a contrarre, è passibile di coazione specifica l’obbligo di rinuncia unilaterale abdicativa ad un diritto? La Cassazione, nella pronuncia in oggetto, chiarisce la questione.

Massima

In tema di esecuzione in forma specifica dell’obbligo a contrarre, non è passibile di coazione specifica l’obbligo di rinuncia unilaterale abdicativa ad un diritto, che – in quanto tale – non ha effetto traslativo in favore del richiedente

Il caso

La Casa di Cura Alfa conveniva in giudizio la Casa di Cura Omega, al fine di accertare la validità ed efficacia della scrittura privata sottoscritta tra le parti e al fine di ottenere, conseguentemente, la pronuncia di una sentenza costitutiva della rinuncia della convenuta ai 42 posti letto indicati, condizionatamente al pagamento della somma di euro 160.000,00, ai sensi dell'art. 2932 c.c., o – in via subordinata – la condanna della convenuta a rilasciare la dichiarazione di rinuncia ai propri posti letto, fissando le somme dovute in caso di mancata esecuzione.

Si costituiva in giudizio la Casa di Cura Omega, la quale chiedeva il rigetto delle pretese avversarie e, in via riconvenzionale, domandava che fosse accertata la nullità o l'inefficacia – o, comunque, che fosse pronunciato l'annullamento – delle pattuizioni contenute nella scrittura privata, relativamente alla rinuncia dei posti letto oggetto di causa.

Il giudice di prime cure, previo accertamento dell'inadempimento della società convenuta in relazione all'obbligo di rinuncia assunto al punto 3 della scrittura privata, in accoglimento della domanda principale proposta dall'attore, dichiarava ai sensi dell'art. 2932 c.c. che la Casa di Cura Omega rinunciava in favore della Casa di Cura Alfa a quarantadue posti letto, a condizione che quest'ultima provvedesse al versamento dell'importo di euro 160.000,00.

Decidendo sul gravame interposto, la Corte d'Appello rigettava l'appello principale e dichiarava inammissibili gli spiegati appelli incidentali, così confermando integralmente la sentenza impugnata. La Corte d'Appello rilevava in particolare che a fronte di una rinuncia abdicativa ad un bene (rappresentato dai posti letto), contro la corresponsione di un prezzo, la giurisprudenza di legittimità ammetteva la possibilità di avvalersi dell'esecuzione coattiva ex art. 2932 c.c., strumento utilizzabile anche per l'impegno assunto alla stipulazione di un negozio unilaterale.

La Casa di Cura Omega proponeva ricorso per cassazione avverso la sentenza d'appello, lamentando, per quanto di interesse, la violazione dell'art. 2932 c.c., per avere la Corte territoriale ritenuto ammissibile l'applicazione, nel caso di specie, dell'esecuzione in forma specifica dell'obbligo a contrarre, rispetto ad una pretesa rinunzia unilaterale non a beni, ma a concessioni amministrative, per definizione priva di qualsiasi effetto traslativo.

Resisteva con controricorso la Casa di Cura Alfa.

La questione

Il quesito posto all’attenzione della Corte di Cassazione riguarda l’ammissibilità o meno dell’esecuzione in forma specifica dell’impegno di rinunciare ad un diritto, con valenza meramente abdicativa o estintiva, oppure se l’esecuzione specifica presupponga, comunque, un effetto traslativo o costitutivo in favore del richiedente.

Le soluzioni giuridiche

Secondo i Giudici di legittimità, pur essendo estensibile lo strumento dell’esecuzione in forma specifica a qualsiasi fattispecie produttiva di obblighi a prestare il consenso, detto rimedio esige la realizzazione del fine del trasferimento o della costituzione di un diritto, risultando dunque applicabile anche agli obblighi di concludere un negozio unilaterale, purché, appunto, si determini un effetto traslativo o costitutivo e non meramente estintivo.

Osservazioni

La prima questione affrontata in via preliminare dalla Corte di Cassazione per rispondere alla questione giuridica sottesa alla fattispecie in esame riguarda l'ammissibilità dello strumento dell'esecuzione specifica di cui all'art. 2932 c.c., non già allorché il negozio unilaterale rappresenti la fonte dell'obbligo a contrarre, bensì quando ne costituisca l'oggetto.

La Suprema Corte rileva anzitutto come l'ammissibilità dell'esecuzione in forma specifica sia subordinata al fatto che, attraverso la sua proposizione, si intenda ottenere l'effetto del trasferimento ovvero della costituzione di un diritto, sostituendosi al mancato consenso del promittente inadempiente.

Secondo la Corte, la pronuncia giudiziale ai sensi dell'art. 2932 c.c. non avrebbe il carattere di pronuncia giurisdizionale di “esecuzione forzata” in forma specifica dell'obbligazione inadempiuta, bensì una valenza costitutiva ope iudicis di un diritto: attraverso la pronuncia costitutiva ai sensi dell'art. 2908 c.c. si realizza una tutela tipicamente satisfattoria del diritto al contratto.

Ne consegue che pur essendo estensibile lo strumento dell'esecuzione in forma specifica a qualsiasi fattispecie produttiva di obblighi a prestare il consenso, esso esige la realizzazione del fine del trasferimento o della costituzione di un diritto, risultando applicabile anche ai negozi unilaterali (recte agli obblighi di concludere un negozio unilaterale), purché, appunto, si determini un effetto traslativo o costitutivo e non meramente estintivo (v. Cass. 15 luglio 1997 n. 6471Cass. 30 maggio 1995 n. 6071).

Tale conclusione risulta in effetti confermata dal disposto dell'art. 1706 c. 2 c.c., che consente al mandante di avvalersi delle norme relative all'esecuzione dell'obbligo di contrarre, nel caso di inadempimento del mandatario all'obbligo di ritrasferire le cose acquistate da quest'ultimo verso terzi (immobili e mobili registrati), per conto del mandante, ma senza la spendita del suo nome (Cass. 2 settembre 2013 n. 20051, Cass. 20 marzo 1982 n. 1814).

In tal caso è pacificamente suscettibile di adempimento coattivo il preciso impegno al ritrasferimento, assunto dal mandatario con dichiarazione unilaterale.

In tale prospettiva, riservando il secondo comma dell'art. 2932 c.c. un'apposita disciplina ai contratti aventi ad oggetto il trasferimento della proprietà di una cosa determinata o di costituzione o trasferimento di un altro diritto – ossia le ipotesi più diffuse di ricorso al preliminare – autorizza a ritenere che l'esecuzione specifica non sia aprioristicamente ricollegabile alla fonte dell'obbligo e alla qualificazione del contratto dovuto.

Ne consegue che l'obbligo “a concludere un contratto” può essere eseguito in forma specifica tanto nel caso in cui il contratto oggetto dell'obbligo sia ad efficacia reale, quanto nel caso in cui il contratto sia ad efficacia obbligatoria.

Con riguardo al caso di inadempimento dell'obbligo di rinunziare, il Supremo Collegio evidenzia come in tale ipotesi non possa essere invocata l'esecuzione in forma specifica ai sensi dell'art. 2932 c.c., in quanto tale norma non appare applicabile ad una dichiarazione unilaterale non recettizia, qual è la rinunzia.

Ed invero, la costante giurisprudenza di legittimità, pur ammettendo che si possa ricorrere all'esecuzione in forma specifica nel caso di assunzione di obblighi a contrarre discendenti (quanto alla fonte) da negozi unilaterali o da atti o fatti dai quali detti obblighi possano sorgere ex lege, ne subordina la concreta praticabilità al fatto che l'obbligazione assunta abbia ad oggetto la prestazione del consenso al trasferimento o alla costituzione di un diritto (Cass. 15 maggio 2014 n. 10633, Cass. 27 novembre 2012 n. 20977, Cass. 30 marzo 2012 n. 5160, Cass. 1 aprile 2003 n. 4886).

La Corte ha dunque ricordato che l'esecuzione specifica dell'obbligo di concludere un contratto è applicabile, qualunque ne sia la fonte, purché da tale fonte (negoziale o legale) sorga l'obbligazione di prestare il consenso per il trasferimento o la costituzione di un diritto (Cass. SU 9 marzo 2015 n. 4683).

La dichiarazione unilaterale può costituire autonoma fonte di obbligazione per il soggetto che la sottoscrive, qualora essa contenga la chiara enunciazione dell'impegno attuale del dichiarante ad effettuare una determinata prestazione in favore di altro soggetto, ai sensi dell'art. 1174 c.c. Qualora la dichiarazione abbia ad oggetto il trasferimento di un diritto, il creditore della prestazione, in difetto di spontaneo adempimento dell'obbligato, può ottenere dal giudice l'emissione di una pronuncia che produca gli effetti dell'atto non compiuto.

Ne consegue che se, per un verso, può essere ottenuta l'emissione di un provvedimento giudiziale che tenga luogo dell'atto traslativo non compiuto, non solo in presenza di un preliminare, ma anche di un impegno unilaterale che abbia i requisiti essenziali per consentire il trasferimento ovvero contenga un impegno attuale del promittente a cui lo stesso non abbia dato volontariamente corso, per altro verso, siffatto rilievo attiene al piano dell'emancipazione degli atti unilaterali e degli atti o fatti dai quali detti obblighi possano sorgere ex lege come fonte dell'obbligazione, e non come suo oggetto.

La Cassazione ricorda come l'impegno a trasferire o costituire un diritto, coercibile ai sensi dell'art. 2932 c.c., può scaturire da una pluralità di fonti quali la gestione di affari altrui, il legato di contratto, l'impegno ricognitivo dei trasferimenti contemplati nei patti fiduciari, un impegno di trasferimento a scopo di garanzia, l'obbligo di contrarre dell'imprenditore che agisca in regime di monopolio. Sul piano dell'oggetto dell'obbligo a contrarre, resta fermo l'effetto cui essi devono mirare, ossia consentire la produzione di un effetto traslativo o costitutivo.

Ecco allora che gli atti unilaterali possono costituire oggetto dell'obbligoa contrarre”, purché siano idonei a determinare tali effetti traslativi o costitutivi, e l'impegno negoziale non onorato a dismettere un diritto – con valenza puramente estintiva – non può essere sostituito da un intervento giudiziale che produca l'effetto abdicativo.

Secondo la Corte poi la conclusione non muterebbe nel caso in cui l'obbligo di attuare la rinuncia sia stato assunto a titolo oneroso, poiché è la natura dell'effetto contemplato a selezionare l'ambito di applicabilità dell'adempimento coattivo dell'impegno a porre in essere un negozio unilaterale, come quello di rinuncia.

In conclusione, rispetto ad un impegno di abdicare, con negozio unilaterale – ossia con una dichiarazione meramente dismissiva –, ad un diritto soggettivo, benché siffatto impegno sia stato assunto nei confronti di una controparte, l'osservanza della promessa non può essere raggiunta invocando un intervento surrogatorio giudiziale, che produca gli effetti del negozio estintivo non concluso, essendo, al contrario, tale osservanza irrimediabilmente rimessa ad un'iniziativa “infungibile” dell'obbligato.

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