Il reclamo ex art. 51 CCII da parte degli “altri interessati”

La Redazione
05 Gennaio 2024

La Corte d’appello di Torino ritiene intempestivo il reclamo avverso la dichiarazione di liquidazione giudiziale proposto da un creditore decorsi trenta giorni dalla pubblicazione della sentenza, restando irrilevante ogni profilo di effettiva conoscenza in capo al reclamante.

Oggetto della pronuncia è il reclamo ex art. 51 CCII avverso la sentenza dichiarativa della liquidazione giudiziale di una società agricola proposto da un suo creditore.

Con il ricorso veniva contestata l'esistenza dei presupposti per l'apertura della procedura concorsuale, data la natura agricola dell'attività svolta dalla debitrice. La ricorrente prospettava di disporre dell'interesse ad impugnare a fronte dell'avvenuta richiesta, da parte della curatela, di restituzione delle somme corrisposte e del rischio, in caso di mancato adempimento spontaneo, di subire l'azione revocatoria.

La Corte si concentra sulla questione, eccepita dalla curatela, dell'intempestività del reclamo.

Come stabilito dall'art. 51, comma 3, CCII, il termine per depositare il ricorso avverso la sentenza di apertura della liquidazione giudiziale è di trenta giorni decorrente – ex art. 51, comma 3, CCII – per le parti, dalla data di notificazione telematica del provvedimento a cura della cancelleria e, per gli altri interessati, dalla data di sua iscrizione nel registro delle imprese.

Ora, non avendo la ricorrente partecipato al procedimento conclusosi con l'apertura della liquidazione giudiziale, la Corte afferma che “pur se si intendesse teorizzare come effettivamente esistente un interesse giuridicamente rilevante della società a contrastare la pronuncia del Tribunale di Torino, essa sarebbe da considerare come una degli ‘altri interessati' individuati dall'art. 51 co 3 cit.”.

Occorre notare – per inciso – che la Corte d'appello, pur non affrontando direttamente la questione, pare dubitare dell'esistenza dell'interesse giuridicamente rilevante della ricorrente.

A fronte, quindi, del deposito del reclamo ben oltre i trenta giorni dopo l'iscrizione della sentenza nel Registro delle imprese, ne consegue l'inammissibilità del reclamo stesso, a nulla rilevando che la ricorrente “abbia o non abbia in concreto saputo della liquidazione giudiziale” dopo il decorso dei trenta giorni “perché l'art. 51 co 3 individua, come sopra detto, un preciso adempimento avente valenza di conoscenza legale dell'esistenza della pronuncia, dal quale decorre il termine per impugnare in capo agli ‘altri interessati', termine certamente perentorio” (enfasi aggiunta).

Segnalazione a cura dei professionisti dello Studio Gianni&Origoni.

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