Nave battente bandiera straniera: obblighi e responsabilità solidale del raccomandatario

13 Novembre 2023

La Corte di Cassazione, respinta per motivi formali una eccezione di decadenza, ribadisce il principio, da ritenersi ormai consolidato, della responsabilità solidale del raccomandatario, ai sensi degli artt. 3 e 5 L. 135/1977 anche quando l’armatore, mandante del raccomandatario, sia soggetto italiano ma la nave affidata da tale armatore al raccomandatario batta bandiera straniera.

Massima

La solidarietà di cui alla L. 135 /1977 a carico del raccomandatario sussiste a condizione che la nave, a favore della quale le operazioni portuali sono state prestate, non sia italiana e, quindi, anche nel caso in cui essa faccia capo a un armatore, noleggiatore o vettore italiano ma sia iscritta in un registro navale straniero.

Il caso

L'Autorità Portuale del Mare Adriatico Meridionale aveva ottenuto decreto ingiuntivo nei confronti della Adriatic Mediterranean Lines Srl, nella sua qualità di raccomandatario marittimo dell'«armatore, noleggiatore e vettore», di nazionalità italiana, per il pagamento di operazioni portuali rese a favore, delle navi Veronica Lines  e Hermes, battenti bandiera straniera.

Sia il Tribunale di Brindisi sia la Corte d'Appello di Lecce (App. Lecce 24 ottobre 2019 n. 1168) avevano respinto l'opposizione del raccomandatario, ritenendo, fra l'altro, la diretta derivazione dalla legge della responsabilità del raccomandatario di nave di nazionalità diversa da quella italiana, quale che sia la nazionalità del mandante del raccomandatario medesimo.

Le questioni

La sentenza di appello veniva impugnata per due motivi:

  1. la Corte territoriale avrebbe omesso di provvedere in ordine alla decadenza ex art. 558 c. nav., da rilevarsi d’ufficio, dal privilegio di cui all’art. 552 c. nav.  per le tariffe e i diritti portuali; a quanto è dato intendere, la ricorrente sosteneva (soltanto con la precisazione delle conclusioni e successiva comparsa conclusionale) che la responsabilità per i costi delle operazioni portuali, ordinate tramite l’opponente dall’armatore (o noleggiatore, o vettore) non proprietario della nave, potesse far capo al proprietario di nave battente bandiera straniera (e, quindi, al raccomandatario in solido) solo in virtù del privilegio speciale di cui all’art. 552 c. nav., e il creditore sarebbe decaduto in virtù di quanto disposto dall’art. 558 c. nav.; decadenza, in tesi, rilevabile d’ufficio (l’eccezione era, pacificamente, tardiva);
  2. violazione degli artt. 3 e 5 L. 135/1977, in riferimento all’art. 360 c. 1 n. 3 c.p.c. Sosteneva la ricorrente che la Corte territoriale avesse errato nel ritenere “ la sussistenza della solidarietà dell’obbligazione, attinente al pagamento delle somme derivanti dall’approdo di navi straniere in porto, tra l’armatore e il raccomandatario, essendo necessario individuare la nazionalità dell’armatore perché possa ritenersi la solidarietà dell’obbligazione di pagamento delle tariffe e dei diritti portuali” (così l’ordinanza qui commentata, p. 3 e 4).

Le soluzioni giuridiche

L'infondatezza del primo motivo di impugnazione, di cui sopra, sembra palese. Il motivo stesso può apparire, a chi legge, come un tentativo estremo di difesa in una situazione per altri versi pregiudicata. Correttamente, la Cassazione – premessa la genericità, e comunque, la tardività dell'eccezione di decadenza – rammenta come la pronunzia d'ufficio della decadenza sia possibile solo in ambiti specifici (art. 2969 c. 2 c.c.) quali quello delle prestazioni assistenziali e previdenziali (ex multis, Cass. 30 gennaio 2023 n. 2740).

Anche l'infondatezza del secondo motivo di impugnazione appare evidente. Gli obblighi di garanzia che la L. 135/1977 pone a carico del raccomandatario di nave straniera, per le obbligazioni assunte suo tramite in occasione dell'approdo della nave nel porto, prescindono (giurisprudenza costante: ex multis, Cass. 18 giugno 2003 n. 9701, Cass. 28 giugno 1997 n. 5801), per un caso assai particolare qualificato come estromissione) dall'eventuale nazionalità italiana del mandante (armatore, noleggiatore, vettore) del raccomandatario.

Osservazioni

Nei primi anni '70 del secolo scorso la categoria degli “agenti marittini” (allora la figura del raccomandatario era soltanto disciplinata dalle norme civilistiche in materia di mandato, e dalla scarna normativa del Codice della navigazione) stava esercitando senza esito forti pressioni di tipo politico/lobbistico per ottenere che venissero adottate:

  1. garanzie di capacità per l'accesso all'attività;
  2. tariffe minime obbligatorie.

Fu solo un grave sinistro marittimo (m/n “Seagull), con ingenti perdite di vite umane, a sbloccare la situazione. Emerse ben presto, infatti, che l'agenzia marittima raccomandataria cui la nave, battente bandiera ombra, risultava appoggiata era, in realtà, il vero proprietario e armatore.

Venne così rapidamente approvata la L.  135/1977 con la quale, in qualche modo, le richieste della categoria venivano esaudite ma, in aggiunta e sull'onda dell'emozione suscitata dal sinistro, venivano posti a carico del raccomandatario certi obblighi di garanzia, che a ben vedere hanno un senso solamente se li si considera come basati su una specie di “presunzione di armatore” in capo al raccomandatario di nave battente bandiera straniera.

Oggi le tanto (a suo tempo) auspicate tariffe obbligatorie non esistono più, ma gli obblighi di garanzia in capo al raccomandatario rimangono, anche se è ormai raro – dati i mutamenti del mercato e il progresso delle regole di sicurezza- il fenomeno delle “carrette del mare” in relazione alle quali, in effetti, il camuffamento del proprietario/armatore sotto le vesti del raccomandatario non era infrequente.

Nel caso oggetto del presente commento, il raccomandatario aveva – pacificamente – ricevuto il mandato da un armatore (o noleggiatore, o vettore) italiano di nave battente bandiera straniera; situazione assai frequente, e rigorosamente codificata nel nostro ordinamento nel disciplinare la figura dell'armatore, che non conosce la ben diversa duttilità riscontrabile nella figura dell'Owner negli ordinamenti anglosassoni. Ma per la L. 135/1977 la nazionalità del mandante non ha alcun rilievo, essendo la nazionalità non italiana della nave presupposto sufficiente (insieme alla circostanza che l'obbligazione sia sorta per il tramite del raccomandatario) per far scattare l'obbligazione solidale.

Certamente, ad essere indulgenti, la L. 135/1977 è stata stilata in tutta fretta e conduce a conseguenze un tantino assurde. Ad esempio, e per quanto è dato comprendere in assenza di una compiuta conoscenza dei fatti di causa, nel caso di specie l'obbligazione non era mai sorta in capo al proprietario della nave straniera (se non eventualmente per la va indiretta del privilegio speciale), bensì in capo al mandante di nazionalità italiana, con il risultato che il raccomandatario si è trovato a rispondere “solidalmente” con un soggetto non obbligato, se non (forse) per la via indiretta di cui si è detto.

La legge è chiara e l'ordinanza in commento è sicuramente corretta. Certo, fa sorridere che in certe circostanze un raccomandatario italiano possa trovarsi a rispondere in via solidale per le obbligazioni suo tramite assunte a favore, ad esempio, di una nave del gruppo MSC (per chi già non lo sapesse, MSC è uno dei più importanti gruppi armatoriali mondiali, con sede a Ginevra, creata a Napoli nel 1970 da Gianluigi Aponte. MSC opera nel settore delle crociere e del trasporto di contenitori con centinaia di navi, di bandiera prevalentemente panamense o maltese).

Guida all'approfondimento

C. Ingratoci, La raccomandazione marittima, in I contratti del trasporto, diretto da F. Morandi, Tomo primo, Trasporto marittimo e aereo, Bologna, 2013, p. 785 e s.

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