Appalto, subappalto e fallimento: chi paga i contributi previdenziali?
19 Maggio 2023
La vicenda in esame nasce dal verbale ispettivo notificato dall'INPS ad una società, in qualità di committente obbligata in solido, per l'arbitraria esclusione di alcune voci dalla base imponibile contributiva. La società aveva infatti stipulato un contratto di appalto con un'altra società, la quale a sua volta aveva subappaltato i lavori ad una terza società che aveva affidato la commessa ad una consorziata, dichiarata poi fallita. Il Tribunale ha dichiarato improcedibile la domanda dell'INPS, sul presupposto della vis attractiva del Tribunale fallimentare. La Corte d'appello ha però ribaltato la decisione condannando la società a pagare la somma richiesta dall'INPS che, secondo i giudici di seconde cure, aveva correttamente intrapreso l'azione nei confronti del solo committente in bonis. La questione è giunta all'attenzione della Corte di Cassazione che ha rigettato il ricorso proposto dalla società ricorrente alla luce del principio di diritto secondo cui: «nel regime delineato dall'art. 4, comma 31, lettera b), l. n. 92/2012, poi abrogato dall'art. 2, comma 1, lett. b), d.l. n. 25/2017, convertito, con modificazioni, nella legge 20 aprile 2017, n. 49, il committenteimprenditoreodatoredilavoroè convenuto in giudizio per il pagamento unitamente all'appaltatore e con gli eventuali ulteriori subappaltatori, con riferimento alle prestazioni eseguite nella vigenza di tale normativa. Nell'ipotesi di fallimento del subappaltatore, non è devoluta alla cognizione del tribunale fallimentare la domanda proposta dall'INPS nei confronti del solo committente, coobbligato solidale in bonis. La partecipazione del subappaltatore sottoposto a procedura concorsuale, evocato in giudizio in applicazione dell'art. 29, comma 2, secondo periodo, d.lgs. n. 276/2003, nella formulazione ratione temporis applicabile, non rende operante la vis attractiva della procedura, giacché la pronuncia giudiziale non può incidere sulla massa e influire sulla par condicio creditorum, alla cui salvaguardia è preordinato l'accertamento dei crediti nelle peculiari forme degli artt. 52 e 95 del regio decreto 16 marzo 1942, n. 267, con la conseguente improcedibilità delle azioni intraprese nella sede ordinaria».
Il testo integrale della pronuncia sarà disponibile a breve.
Fonte: www.dirittoegiustizia.it |