Il compenso del curatore sulla base dell'attivo realizzato

24 Novembre 2022

L'Autore risponde al quesito se per la determinazione del compenso del curatore si debba tenere conto nella determinazione dell'attivo del valore realizzato nella procedura esecutiva individuale.

Nella determinazione dell'attivo realizzato, si tiene conto, quale parametro per la determinazione del compenso del curatore, del valore realizzato nella procedura esecutiva individuale?


L'art. 1 D.M. 30/2012, stabilisce che il compenso al curatore è liquidato dal tribunale a norma dell'art. 39 L.Fall., tenendo conto dell'opera prestata, dei risultati ottenuti, dell'importanza del fallimento, della sollecitudine con cui sono state condotte le relative operazioni, e deve consistere in una percentuale sull'ammontare dell'attivo realizzato.

A norma dell'art. 41 T.U.B. l'azione esecutiva sui beni ipotecati può essere iniziata o proseguita anche dopo la dichiarazione di fallimento e il curatore ha facoltà di intervenire nella procedura in corso nell'interesse della procedura come pure potrebbe procedere autonomamente alla vendita dell'immobile trattandosi comunque di un bene acquisito all'attivo fallimentare.

Secondo un orientamento della giurisprudenza di legittimità, il valore derivante dalla vendita del bene nell'ambito della procedura esecutiva individuale, alla cui entità vanno ragguagliate le percentuali stabilite dal D.M. 30/1012, non può essere ricompreso nel concetto di “attivo realizzato” a meno che il curatore non sia intervenuto nella procedura esecutiva svolgendo una attività diretta a realizzare una concreta utilità per la massa dei creditori.

La valutazione dell'attività posta in essere dal curatore che può consistere nell'intervento attivo nella procedura esecutiva e nella cura degli adempimenti fiscali, è rimesso all'esclusivo apprezzamento del tribunale.

Si ritiene che l'intervento nella procedura esecutiva da parte del fallimento sia opera necessaria da parte del curatore in quanto, come sostenuto dalla stessa Cassazione, la distribuzione delle somme ricavate dalla vendita dell'immobile ipotecato e pignorato dal creditore fondiario, nell'ambito della procedura esecutiva individuale, ha carattere provvisorio e può stabilizzarsi solo all'esito degli accertamenti definitivi effettuati in sede fallimentare (dovrà quindi il creditore fondiario dimostrare al giudice dell'esecuzione di essere stato ammesso al passivo del fallimento in quanto il suo credito deve essere accertato secondo le norme sul concorso richiamate dall'art. 52 L.Fall.).

Allo stesso modo il curatore per ottenere dalla procedura esecutiva l'attribuzione degli eventuali crediti della massa maturati in sede fallimentare da preferire al creditore fondiario dovrà costituirsi nel processo esecutivo e documentare il diritto a partecipare alla distribuzione.

Tra i crediti della massa a norma dell'art. 111 ter L.Fall., si ritiene vada compreso il compenso spettante al curatore. Trattandosi di una distribuzione che ha carattere provvisorio dovrà comunque trovare definitiva applicazione e stabilizzarsi nell'ambito della procedura fallimentare.

Fonte: www.mementopiù.it

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